
Green Pass atto politico

Paolo Borgognone – Storico e Scrittore – intervistato da Beatrice Silenzi – Giornalista – torna sul tema del Green Pass che si arricchisce di sempre maggiori incongruenze e ipotesi discriminatorie.
E’ sempre più palese il meccanismo del divide et impera, a discapito della Costituzione, dei rapporti umani, delle regole dell’umana decenza!
Attraverso una rapida carrellata di situazioni si cercano di portare a galla situazioni che mettono in risalto sempre più il fatto che il passaporto verde sia più uno strumento politico e coercitivo nei confronti dei cittadini renitenti al vaccino, invece che un autentico supporto volto a tutelare realmente la salute collettiva ed individuale.
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Occorre ricordare che questo siero sperimentale non è un vaccino. Il termine “novax” è fuori luogo in tutti i sensi dato che i vaccini devono contenere il patogeno mentre abbiamo in questo caso una sostanza chimica a base genica. Inoltre la definizione “novax” è sullo stesso piano di “provax”; etichette sciocche e degne delle teste di rapa che le usano. Il discorso “varianti” è anche più ridicolo dato che alla banca dati gisaid abbiamo ad oggi 3 milioni di “varianti”. Si tratta di sequenze geniche inventate a computer. Mi pare che i dottori Scoglio e Franchi siano due solidi riferimenti da tenere sempre presenti.