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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Habemus Papam, il mercoledì, è a cura del giornalista e scrittore Massimo – Max – Del Papa che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.
È un appuntamento dal tono grave e risoluto, con Beatrice Silenzi che apre il suo consueto spazio con lo scrittore e giornalista Max Del Papa affrontando un problema diventato insostenibile: la tossicità e le minacce ricevute in seguito alla loro ultima trasmissione.
L’episodio si trasforma in un amaro commiato, con Del Papa che ha annuncia la sua decisione di interrompere denuncia un ambiente web dominato da “provocatori e infiltrati”.
L’ultimo appuntamento ha generato una serie di “incresciosi avvenimenti”. Sotto il video precedente, erano apparsi commenti di una “bassezza e pochezza veramente inaudita”, tra cui minacce, insulti e provocazioni di ogni tipo.
Questa ondata di odio ha costretto la redazione di “Fabbrica della Comunicazione” a prendere una decisione drastica e senza precedenti: rimuovere tutti i commenti in blocco.
La riflessione è amara su come il web stia diventando “una fucina dove chiunque può sfogare i propri istinti”.
Secondo la sua analisi, molte persone, incapaci di prendersela con il vero potere, riversano la loro frustrazione su figure pubbliche, percepite erroneamente come “casse di risonanza” di quel potere.
La Silenzi difende fermamente l’indipendenza del suo canale, sottolineando come “Fabbrica della Comunicazione” non insegua i “like” e non sia finanziata da nessuno.
“Forse proprio grazie a questo,” ha affermato, “ci sentiamo in diritto di poter promuovere chi vogliamo e di portare avanti un’informazione con personaggi che decidiamo noi”.
Infine, lancia un appello al suo pubblico, invitandolo a non aderire a queste dinamiche polarizzanti e a “monitorare e osservare in maniera critica quanto sta avvenendo”, poiché è proprio su questa polarizzazione che molti canali e pagine social prosperano.
Max Del Papa è stato diretto e inequivocabile: “Questa è l’ultima trasmissione che faccio” e spiega di non avere intenzione di giustificarsi per aver semplicemente “fotografato una situazione di fatto”. A 61 anni e dopo una lunga carriera, si rifiuta di “perdere tempo con quattro provocatori”. “Io non sono un buffone” sottolinea. Il prezzo da pagare – essere frainteso, tollerare insulti e assistere a un dibattito viziato – è diventato troppo alto.
Criticando sia l’Iran e i suoi proxy, che per statuto vogliono cancellare Israele, sia il governo israeliano, che sta compiendo “un 7 ottobre al giorno”, la sua denuncia più forte è rivolta a quelli che ha definito “provocatori o infiltrati”, persone che a suo dire ricevono “bonifici precisi” per inquinare il dibattito.
“Questi non si preoccupano dei bambini, non si preoccupano di Palestina. Si preoccupano di chi li protegge”, ha affermato, alludendo a potenze come Russia e Cina.
La forte condanna verso un sistema di comunicazione online dove la propaganda e l’odio stanno soffocando il dialogo critico, portano all’allontanamento di una voce apprezzata e riflessiva come quella di Max Del Papa.
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