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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Approfondimento Stoico è a cura dello scrittore ed antifilosofo Michele Putrino e Beatrice Silenzi, direttore responsabile.

Il Paradosso dell’Epoca Connessa: Libertà di Espressione e Cultura del Disprezzo

Il fenomeno dell’odio online rappresenta una contraddizione emblematica della modernità: mai come oggi gli individui hanno avuto la possibilità di esprimersi liberamente, eppure questa libertà si traduce spesso in aggressività, giudizi sommari e disprezzo verso chiunque non condivida la stessa prospettiva.

Questo paradosso non è casuale, ma affonda le radici in una crisi valoriale e filosofica che investe l’Occidente da secoli. La desacralizzazione del mondo, l’individualismo estremo e la perdita di una visione olistica dell’esistenza hanno creato un terreno fertile per la proliferazione di dinamiche tossiche, soprattutto nei contesti digitali.

La Crisi Spirituale come Motore dell’Individualismo Tossico

Al centro del problema vi è un vuoto spirituale che caratterizza l’uomo contemporaneo.
Privato di una connessione con il divino o con una dimensione trascendente, l’individuo moderno si è autoproclamato misura assoluta della realtà.

Questa autoriferimento ha generato una distorsione cognitiva: ciò che risuona con le proprie convinzioni viene elevato a verità inconfutabile, mentre tutto ciò che si discosta viene percepito come minaccia.
Il filosofo inglese Thomas Hobbes, nel *Leviatano*, aveva già intuito come l’assenza di un ordine superiore porti a una “guerra di tutti contro tutti”, ma oggi questa guerra si combatte a colpi di commenti sui social network.

L’egocentrismo digitale non è semplicemente un vizio generazionale, ma il sintomo di una frattura metafisica.
Nelle società antiche, come quella romana, esisteva un’armonia prestabilita in cui ogni elemento — umano, naturale o divino — aveva una funzione nell’economia del cosmo.

Il politeismo, spesso frainteso come mera superstizione, era in realtà un sistema simbolico che riconosceva la pluralità delle prospettive, subordinate a un principio unificatore (il Fato, o la Volontà di Giove). La mancanza di questa consapevolezza ha reso l’uomo contemporaneo incapace di tollerare la diversità, trasformando ogni divergenza in un attacco personale.

Dalla Caduta degli Dei all’Idolatria del Sé: Un Percorso Storico

Il passaggio da una visione sacra a una materialista non è stato immediato. Con l’avvento delle filosofie trascendenti, a partire dal platonismo, si è iniziato a scindere il mondo in due dimensioni: quella ideale (perfetta, immutabile) e quella terrena (corrotta, effimera).

Questo dualismo ha progressivamente svuotato il piano materiale di significato, rendendolo un semplice campo di battaglia per affermare verità assolute.
Il cristianesimo medievale, con la sua enfasi sulla redenzione ultraterrena, e successivamente l’Illuminismo, con il culto della ragione strumentale, hanno accelerato questo processo.

Il risultato è un paradosso: da un lato, si esalta la fluidità identitaria e l’inclusività (come nel caso del *wokeism*); dall’altro, si perpetrano forme sottili di discriminazione verso chi non aderisce agli standard imposti dalla nuova ortossia sociale.

L’esempio di Lorella Cuccarini — criticata per aver mostrato il suo volto senza ritocchi a 60 anni — rivela l’ipocrisia di una cultura che celebra la “libertà di essere sé stessi” finché questa non confligge con i canoni estetici o ideologici dominanti.

Lo Stoicismo come Antidoto all’Odio: Trasformare gli Ostacoli in Opportunità

Di fronte a questa deriva, lo stoicismo offre un framework filosofico pratico per riconquistare equilibrio interiore.
Gli insegnamenti di Marco Aurelio, Seneca ed Epitteto non invitano alla passività, ma a una azione intelligente: riconoscere che gli ostacoli sono parte integrante del percorso di crescita personale.

Un tronco caduto su un sentiero di montagna non è un nemico da odiare, ma un’occasione per migliorare la propria agilità; allo stesso modo, un commento ostile online può diventare un esercizio di resilienza emotiva.

La chiave sta nel mutare la prospettiva: invece di identificarsi con il ruolo di vittima, è possibile osservare le critiche come sintomi di un malessere altrui, svincolandosi dal bisogno di approvazione esterna.
Come scriveva Epitteto: “Non sono i fatti in sé a turbare gli uomini, ma le opinioni che si hanno su di essi”.
Questo approccio non annulla il conflitto, ma lo trasforma in un laboratorio di autoconoscenza.

La Ricostruzione di un’Etica della Responsabilità

Ripristinare una visione armonica dell’esistenza richiede un impegno attivo. Ecco tre principi operativi mutuati dalla tradizione stoica:

1. Distanziamento Critico dalle Passioni. Le emozioni negative (odio, invidia, risentimento) non vanno represse, ma osservate come segnali di un attaccamento eccessivo a desideri effimeri.
2. Focalizzazione sul Controllabile. Concentrarsi solo su ciò che dipende dalla propria volontà (azioni, reazioni, valori) riduce l’ansia da giudizio esterno.
3. Pratica della Gratitudine Cosmica. Riconoscere che ogni evento, anche spiacevole, contribuisce all’equilibrio di un ordine più ampio, come i singoli strumenti in un’orchestra.

Oltre la Rete: Implicazioni per una Società Disincantata

Il problema dell’odio online è solo la punta dell’iceberg di una crisi più profonda: la perdita del senso del limite e della sacralità della vita.
Nelle comunità tradizionali, gli anziani svolgevano un ruolo cruciale nel trasmettere il concetto di caducità, insegnando ad accettare imperfezioni e fallimenti come parti naturali dell’esperienza umana.
Oggi, l’ossessione per l’eterna giovinezza e il successo immediato ha eroso questa saggezza, sostituendola con un’etica della performance che genera frustrazione cronica.

Riconquistare una prospettiva equilibrata richiede un lavoro culturale che parta dall’educazione: insegnare ai giovani a pensare in termini sistemici, a riconoscere la complessità delle relazioni umane e a valorizzare il dialogo come strumento di arricchimento reciproco.
Le istituzioni, dal canto loro, dovrebbero promuovere modelli di comunicazione digitale che incentivino l’empatia invece della polarizzazione.

Verso un Nuovo Umanesimo Digitale

La sfida dell’odio online non si vince con più regole o algoritmi di moderazione, ma con una rivoluzione interiore che restituisca all’individuo la consapevolezza di essere parte di un tutto.
Come scriveva Marco Aurelio nelle *Memorie*: “Tutto è intrecciato l’un l’altro, sacro è il legame. Quasi nulla è estraneo all’altro”.
Solo abbracciando questa verità si può trasformare il rumore del mondo in una sinfonia di voci diverse, unite non dall’uniformità, ma dal rispetto della sacralità di ogni esistenza.

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