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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Focus Radio è cura della Redazione di Fabbrica della Comunicazione e realizzata a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile.
Viviamo in un’epoca in cui si trascorre online tanto, troppo tempo. Basti pensare che in Italia quasi 43 milioni di persone, circa il 73 per cento della popolazione, sono attive sui social e non si tratta solo di ragazzi: le piattaforme hanno conquistato trasversalmente tutte le fasce d’età, dai giovanissimi agli adulti.
I dati globali confermano la pervasività del fenomeno: mediamente un utente Internet nel mondo trascorre 6 ore e 40 minuti online ogni giorno, di cui circa 2 ore e mezza sui social media.
In Italia la tendenza è analoga: si passano oltre 5 ore e 49 minuti al giorno connessi a Internet, e il tempo dedicato specificamente alle piattaforme è in continuo aumento. Facebook, Instagram, TikTok, WhatsApp vengono aperte in ogni ritaglio di tempo, e rimanere scollegati anche solo per poche ore pare quasi innaturale; essere online, al contrario, è diventato uno stato predefinito.
Le piattaforme che mantengono costantemente l’individuo in contatto con il mondo fuori di casa permettono di conoscere persone nuove ogni istante e di condividere informazioni in tempo reale.
Questa evoluzione tecnologica porta con sé un paradosso di cui mi sono occupata anche nel libro “È tossico, viaggio nelle dipendenze e nei comportamenti devianti”, ovvero: non siamo mai stati così raggiungibili eppure siamo così frammentati e disperatamente soli.
La quantità di interazioni è aumentata a dismisura, ma quanto c’è di profondità di rapporti?
Il confronto aperto e genuino rischia dunque di perdersi quando ci si rifugia dietro uno schermo.
L’amore liquido rifiuta relazioni stabili ma ricerca, allo stesso tempo, sicurezza nei rapporti a due.
I legami sono stati sostituiti dalle connessioni e gli individui vivono di fatto due vite: una online in cui il mondo appartiene a loro, e una offline in cui loro appartengono al mondo e alle sue regole.
Online si ha la possibilità di presentarsi sempre al meglio: scegliendo con cura le foto in cui si è più attraenti, condividendo con gli altri solo i propri successi, quindi di dare una versione edulcorata ed ottimizzata di se.
Se qualcosa di noi non ci piace, possiamo nasconderlo; se commettiamo un errore, possiamo cancellare il post o modificarlo; se abbiamo un momento di tristezza, lo si condivide solo per cercare empatia ma sicuramente esibiamo con entusiasmo viaggi, cene, traguardi.
Il fenomeno della virtualizzazione delle interazioni non risparmia nemmeno i legami familiari e le relazioni di coppia. Momenti che un tempo erano dedicati alla conversazione familiare vengono rimpiazzati dagli schermi e questo comportamento ha persino un nome: phubbing.
La tecnologia invade anche gli spazi che un tempo erano intimi: il letto, la tavola, la conversazione faccia a faccia.
È possibile fare marcia indietro?
Focus Radio. L’essenziale, in profondità.
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