Grazie a una notevole documentazione, oggi si può asserire senza alcun dubbio che il Controllo della mente sia stato posto in essere da parte di molti regimi, in età moderna.

Controllare la mente significa avere potere sull’opinione pubblica ed in automatico il consenso della massa.

La Giornalista d’inchiesta e scrittrice, Germana Leoni, ospite di Beatrice Silenzi – Giornalista – spiega i meccanismi alla base di queste di queste modalità. 

Mkultra nasce nel 1953 dall’evoluzione di programmi preesistenti come il progetto Chatter e il progetto Bluebird, che da alcuni anni studiavano applicazioni militari di sostanze chimiche e altri trattamenti in grado di alterare gli stati mentali.

Anche se alla Cia qualcuno sperava davvero di poter sviluppare la suprema possibilità del lavaggio del cervello e dell’assassino politico programmato, nel complesso il programma cercava di trasformare le droghe, la psichiatria e le scienze sociali in armi al servizio delle spie.

Come potevano essere estorte informazioni da un individuo?
Come potevano essere cancellate?

Per oltre un decennio Mkultra condusse ogni tipo di esperimenti sul comportamento umano ed i tecnici somministravano droghe anche a persone inconsapevoli.

E le ricerche fatte da centinaia di scienziati, ignari della provenienza dei finanziamenti, erano in questo modo portate avanti e seguite dalla Cia, nella speranza che fosse possibile sfruttarle nello spionaggio.

Fino al 1967 si studiò la possibilità di resettare la personalità di un individuo attraverso droghe, messaggi ripetuti, e quotidiani elettroshock.

L’esistenza di Mkultra divenne di dominio pubblico nel 1975 grazie al lavoro della Commissione Church del senato sulle operazioni illegali condotte da Cia, Nsa e Fbi negli Stati Uniti, ma due anni prima Richard Helms aveva ordinato la distruzione dei documenti relativi.

Molte ricerche finanziate da Mkultra su isolamento, deprivazione sensoriale, stress, droghe (e persino grafologia) divennero parte integrante del manuale di interrogatorio della Cia chiamato in codice Kubark (1963).

E l’agenzia non ha mai abbandonato questo tipo procedure, che oggi va di moda chiamare interrogatorio avanzato, né ha smesso di cercare l’aiuto della scienza.

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