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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.

C’è un’ipotesi preoccupante che ci attende, che si collega alla crescente frequenza dei blackout energetici, all’introduzione dell’euro digitale e all’erosione delle libertà individuali.
L’analisi dei recenti disagi climatici e delle interruzioni di corrente in Europa, si trasforma rapidamente in un’approfondita disamina dei meccanismi di controllo sociale in fase di implementazione.

Perucchietti cita esempi recenti in Spagna, Francia e un caso significativo a Torino, dove un’interruzione di corrente è durata quasi dieci ore: eventi non semplici incidenti, ma segnali di una vulnerabilità crescente in una società che spinge sempre più verso la digitalizzazione totale.
La domanda fondamentale che emerge è: cosa succede se il sistema elettrico si ferma in un mondo senza contanti?

Se ogni transazione, dall’acquisto della spesa al pagamento di un servizio, dipende da una rete digitale, un blackout non è più solo un disagio, ma un blocco totale della vita economica e sociale.
Questo scenario, secondo Perucchietti, serve da apripista per una discussione più ampia e molto meno dibattuta: quella sull’euro digitale.

L’euro digitale è una valuta digitale di banca centrale (CBDC) che, a differenza delle criptovalute come il Bitcoin, sarebbe completamente centralizzata e controllata. Pochissimi ne parlano, nonostante le sue implicazioni rivoluzionarie.

I rischi delineati sono molteplici e allarmanti

Sorveglianza Totale. Ogni singola transazione verrebbe tracciata, registrata e analizzata, eliminando di fatto ogni forma di privacy finanziaria.
Denaro Programmabile. La valuta potrebbe essere “programmata” per avere una data di scadenza, per essere spesa solo per determinati beni o servizi, o per essere vincolata a comportamenti specifici (come i crediti di carbonio).

Rischio di “Debanking”. Le autorità potrebbero, con un semplice click, “spegnere” l’accesso ai fondi di un cittadino, escludendolo completamente dalla società.
Questo trasforma il denaro da un bene di proprietà a un permesso concesso.
Sistema di Credito Sociale. L’euro digitale è visto come il pilastro tecnologico per l’implementazione di un sistema di credito sociale in stile occidentale, dove diritti e libertà sono condizionati dal comportamento del singolo.

Il Modello del Green Pass: Coercizione Senza Obbligo

La Perucchietti traccia un parallelo diretto e inquietante tra l’introduzione dell’euro digitale e l’esperienza del Green Pass.
Il modello, spiega, è identico: non si impone un obbligo diretto, ma si crea un sistema di “ricatto sociale” dove la mancata adesione comporta l’esclusione dalla vita civile.

“Non sei obbligato, ma se non lo fai sei escluso dalla società,” afferma Perucchietti. “Non puoi lavorare, non puoi viaggiare, non puoi accedere ai servizi.” Beatrice Silenzi ha rafforzato questo punto, citando un’esperienza personale in cui una scuola ha richiesto l’ID digitale come condizione obbligatoria per finalizzare una pratica amministrativa.

La narrazione ufficiale presenta queste innovazioni come strumenti per “snellire la burocrazia” e aumentare la comodità. Perucchietti smonta questa tesi, definendola un “falso mito”.
Strumenti come lo SPID e l’ID digitale, sostiene, non hanno semplificato la vita dei cittadini, ma li hanno intrappolati in un “labirinto digitale” che, in realtà, moltiplica i passaggi e la complessità, con il vero obiettivo che non è la convenienza, ma il controllo.

Un Futuro Distopico alle Porte?

L’adozione combinata di un’identità digitale e di una valuta digitale centralizzata rischia di realizzare il sogno distopico di un controllo totale, un “super panopticon digitale” in cui ogni aspetto della nostra vita è monitorato e condizionato.
Secondo Perucchietti, questo percorso si allinea perfettamente con lo slogan del World Economic Forum, “non avrai nulla e sarai felice”.

Con l’euro digitale, questo “sogno” potrebbe avverarsi, trasformando i cittadini in meri utenti di un sistema che può concedere o revocare il permesso di esistere economicamente.
Una tematica che merita un’attenzione e un dibattito pubblico molto più ampi di quelli attuali.

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