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La rubrica Spoiler – podcast è cura della giornalista Beatrice Silenzi – direttore responsabile di Fabbrica della Comunicazione.

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la guerra dei mondi alla radio. l’esperimento mediatico di orson welles nel 1938

Il 30 ottobre del 1938, il giorno prima di Halloween, accade qualcosa di totalmente innovativo nella storia della rdio. Un giovane Orson Welles, all’epoca ventitreenne, autore della CBS, riuscì a provocare tanta ansia e panico pubblico americano, al punto di entrare negli annali della radiofonia mondiale.

Una trovata dirompente, quella di Orson Welles, tuttavia, egli, in realtà stava solo portando in scena La Guerra Dei Mondi, tratta dal romanzo fantascientifico di HG Wells, scritto quarant’anni prima.
Molti ascoltatori, sintonizzandosi in ritardo o cogliendo frammenti della trasmissione, l’avevano creduta vera, nonostante l’incipit e l’epilogo dichiarassero chiaramente che l’opera era un adattamento teatrale e, nella confusione di quella notte, famiglie intere fuggirono in auto, fedeli si riversarono nelle chiese per pregare, centralini di polizia e giornali furono sommersi di chiamate.

Nella confusione di quella notte, famiglie intere fuggirono in auto, fedeli si riversarono nelle chiese per pregare, centralini di polizia e giornali furono sommersi di chiamate.

L’allarme per una presunta invasione aliena costituiva in realtà il fulcro di un famoso romanzo di fantascienza, “The War of the Worlds”, opera letteraria di H.G. Wells (scrittore britannico vissuto tra il 1866 e il 1946).
Dietro l’evento radiofonico più bizzarro del secolo scorso, si celava dunque uno dei testi fondamentali della letteratura fantascientifica, La guerra dei mondi, scritto a cavallo tra il 1997 e 98. HG wells aveva ambientato la sua storia nell’Inghilterra vittoriana, immaginando l’arrivo di bellicose entità marziane che distruggevano città e campagne con armi tecnologicamente superiori, riducendo l’umanità sull’orlo dell’estinzione.

Quarant’anni dopo, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Orson Welles e lo sceneggiatore Howard Koch riadattarono quella trama al presente americano e alla località rurale di Grovers Mill, confezionando un radiodramma innovativo per forma e linguaggio, in un’epoca in cui la radio era divenuta il mezzo di comunicazione e di informazione per eccellenza.

Di incredibile audacia la scelta di presentare la fantasia di Wells sotto forma di cronaca giornalistica, ma l’intento iniziale degli autori era divulgativo, artistico addirittura: si voleva offrire al pubblico un’ora di intrattenimento avvincente, giocando con lo stile “cronaca in diretta” per aumentarne il coinvolgimento.

Nessuno tra gli autori avrebbe potuto prevedere le reazioni di terrore che ne sarebbero seguite, eppure quella messinscena, scatenò un caso culturale senza precedenti, diventando mito e oggetto di studio nell’ambito della psicologia collettiva.

Già a fine Ottocento il romanzo di Wells era nato dall’humus culturale dell’imperialismo e della corsa agli armamenti: l’Inghilterra vittoriana dominava il mondo, ma iniziava anche a temere di poter subire a sua volta un’invasione straniera.
La letteratura popolare già presentava racconti di invasioni straniere ed Orson Welles, riproponendo la storia nel 1938, intercettò inconsapevolmente paure analoghe negli americani, innestando su questo filone un elemento nuovo: l’invasore non era una nazione terrestre, ma aliena, extraterrestre, tecnologicamente superiore.

Opportuno fare una serie di riflessioni: sull’arroganza dell’umanità, sulla vulnerabilità della civiltà umana di fronte a potenze superiori, sugli uomini che si considerano padroni del proprio dominio su questo mondo, sulla caduta dell’uomo dall’illusione antropocentrica.
L’idea di essere osservati da “intelligenze vaste e fredde” evoca un cosmo indifferente o ostile, l’uomo non è al centro della creazione, ma è solo una creatura tra le tante, potenzialmente preda di altre entità più evolute.

Altro tema è quello della selezione naturale: la vicenda di HG. Wells, grande divulgatore delle teorie darwiniane, è la rappresentazione di una evoluzione differente su due pianeti diversi.
I giornali dell’epoca crearono la notizia, gonfiando numeri e stime, citando di gente sfollata e di panico, modalità che, purtroppo non sono cambiate col passare degli anni.

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