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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Libero Pensiero è cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile, qui con Pier Luigi Fettolini. 

L’autore ddel libro “Scritti apocalittici. Telegrammi dal fronte”, l’avvocato Pier Luigi Fettolini, blogger del canale “Il giurista impertinente” è alle prese con il suo primo libro, nel quale balzano subito in primo piano due considerazioni.

La prima, quella cattiva, è che siamo nel bel mezzo di una violenta tempesta e la nostra fragile e malridotta scialuppa rischia di esserne travolta, l’altra è che siamo giunti al tempo dell’Apocalisse.

Come si esplicita nella prefazione, Apocalisse non è sinonimo di catastrofe, sebbene anche queste servano a ogni autentica palingenesi, ma nel senso di “apokàlypsis”, “rivelazione”, rimozione di un velo.

Ecco che dunque, il pericolo della tempesta (della storia e dell’umanità) è l’occasione iniziatica per spalancare gli occhi all’essenza autentica delle cose.

Il come lo suggerisce l’autore: tenendo fermo il timone dell’imbarcazione attraverso tuoni, marosi e rovesci d’acqua.

Occorre usare le armi formidabili che la Natura ha messo fin dal principio nelle mani dell’Uomo: la riflessione filosofica, indispensabile per una personale chiave di lettura della realtà, accompagnata dal fragore di una risata che sovrasti il fortunale.

Chi guarda la realtà di oggi con occhi liberati dal velo, osserva un nichilismo antiumano le cui vittime privilegiate sono le più formidabili armi di elevazione spirituale a nostra disposizione: il Bello e la Filosofia.

Ma che cos’è l’Umanesimo se non la vocazione a difendere l’Uomo e tutto ciò che può nobilitarlo?

E chi può a buon diritto definirsi “umanista” se non chi di tale compito si sente?

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