L’ASSENZA DI EMPATIA E L’EFFETTO SPETTATORE

Su Fabbrica della Comunicazione, Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – si occupa della rubrica, “Attualità e Comunicazione”, in collaborazione con Studi & Salute Bolgan 

Ospite di questo nuovo appuntamento è la dottoressa Cristina Ombra, psicoterapeuta, con cui cerchiamo di comprendere il famigerato “effetto spettatore” (bystander effect), fenomeno della psicologia sociale che si riferisce ai casi in cui gli individui non offrono alcun aiuto a una persona in difficoltà.

La probabilità d’intervento, in una situazione d’emergenza, degli altri è inversamente correlata al numero degli spettatori: maggiore è il numero degli astanti, minore è la probabilità che qualcuno di loro presterà aiuto.

Numerose altre variabili intervengono e comprendono l’ambiguità, la coesione sociale e la diffusione della responsabilità.

Il caso di Kitty Genovese è spesso citato come  esempio di “effetto spettatore”ed è anche il caso che ha stimolato la ricerca psicologica sociale in questo campo.

L’attacco durò almeno mezz’ora, tempo durante il quale la ragazza urlava, cercando aiuto, mai prestato.
Le notizie dei giornali – dopo la morte della Genovese – asserirono che quasi quaranta persone avevano assistito alla scena dalle finestre di casa, ma omesso di intervenire o perfino di contattare la polizia dopo che l’assalitore era fuggito e la Genovese era morta.

La mancanza di aiuto prestato è strettamente correlata con l’assenza di empatia e con un altro fenomeno, altrettanto sconcertante, che si manifesta nella forma dell’esibizionismo e nella realizzazione di un atto di violenza che diventa un trofeo da esibire su telefonini e social network

Come possono accadere queste cose?

Ulteriore approfondimento in questo articolo

EFFETTO SPETTATORE. QUANDO IL SILENZIO È COMPLICE.