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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Libero Pensiero è cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile, qui con Valentina Ferranti. 

La donna è in primo piano. È dea, è guida del maschile, dell’eroe, nel suo viaggio iniziatico, di cui si parla nei testi sacri ed antichi e nelle epopee. 
Un discorso ancor più necessario oggi, per capire cosa abbiamo perduto nella contemporaneità.

Abbiamo perduto l’antica conoscenza di quel basilare mutuo scambio del principio Maschile e Femminile e della loro trasmutazione.

Presi dal vivere contemporaneo, non siamo più consapevoli dell’aspetto sacro dell’interiorità e di quell’origine luminosa di due parti opposte, che dovrebbero convivere e interagire, in armonia per meglio esprimersi. 

Tutto questo – oggi, ma da anni ormai – viene svilito ed ostracizzato da un livellamento cultutale che va oltre l’identità e che mira a cancellare proprio questi aspetti sacri dell’essere umano. 

Ulisse, nei testi antichi è una delle figure più interessanti ed emblematiche del “viaggio dell’eroe”, una delle più straordinarie avventure dell’essere umano. 

Ulisse, nel suo viaggio, è la metafora dell’uomo. Ecco perché questa storia (e tutte le altre) è senza tempo. È come una fiaba in cui ci si ritrova catapultati da un mondo all’altro, in cui si sfugge da tutte le costruzioni mentali, storiche, sociali e culturali. 

Un viaggio che – come se fosse uno scrigno da aprire – dobbiamo ristudiare per capire meglio chi siamo. 
Quello che sfugge ad una lettura superficiale è quanto il femminile sia centrale, fondamentale ed Ulisse, aiutato dal femminile, potrà tornare da Penelope, non più come semplice re di Itaca, ma trasmutato in Basileus – un re assoluto, con caratteri sacrali.

Attraverso straordinarie figure come quelle di Atena, Circe (dea e non “maga”), Penelope, ma ce ne sono innumerevoli altre nel mito, appaiono chiari i significati simbolici in cui femminile e maschile devono unirsi per trasmutare in un’evoluzione spirituale. 

Discorso analogo deve essere fatto per un’altra storia sacra del mito di Arianna e Teseo, in cui Arianna – “la luminosa”- aiuta l’eroe ad uscire dal labirinto attraverso il filo. 

Ma il labirinto è – anch’esso – interiore: è quello del proprio ego, che deve essere superato per far crescere l’eroe, facendolo trasmutare simbolicamente. 

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