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Su Fabbrica della Comunicazione, Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – si occupa della rubrica, “Comunicazione e Dipendenze”, in collaborazione con Studi & Salute Bolgan.

Ospite di questo appuntamento è la dott. Cristina Ombra, psicoterapeuta.

L’Impatto della Comunicazione Non Verbale nelle Relazioni Intime

La comunicazione rappresenta un pilastro essenziale in qualsiasi relazione umana, ma assume una rilevanza particolare nelle dinamiche di coppia. Come sottolineato dalla psicoterapeuta Cristina Ombra, il linguaggio verbale costituisce solo una piccola parte dello scambio comunicativo. La componente non verbale, che include tono di voce, postura, gestualità, distanza fisica (prossemica) e contatto visivo, gioca un ruolo predominante nel definire la qualità dell’interazione.

Uno studio condotto dalla Scuola di Palo Alto negli anni ’60 evidenzia come il 93% della comunicazione sia influenzato da elementi paraverbali e non verbali.
Nelle relazioni intime, questa percentuale si traduce in una maggiore attenzione ai segnali corporei: un abbraccio rilassato, uno sguardo evitato durante una discussione, o una postura rigida possono rivelare emozioni non espresse a parole.
La capacità di decodificare questi segnali permette di accedere a strati più profondi della relazione, spesso non immediatamente accessibili alla coscienza.

Schemi Comunicativi e Attaccamento: Il Ruolo degli Stili Relazionali

Gli stili comunicativi individuali sono strettamente legati ai modelli di attaccamento sviluppati durante l’infanzia. Una persona con un attaccamento ansioso, ad esempio, potrebbe mostrare tendenze compiacenti, ricercando costantemente l’approvazione del partner.
Al contrario, un attaccamento evitante potrebbe portare a una chiusura emotiva, con difficoltà nell’esprimere vulnerabilità.

Questi schemi generano cicli interpersonali ricorrenti. Una dinamica comune è quella del *pursuer-distancer*: un partner cerca vicinanza (attraverso richieste o discussioni), mentre l’altro si ritrae (attraverso il silenzio o l’evitamento).
Tale pattern, se non riconosciuto, può innescare conflitti cronici.
La consapevolezza di questi meccanismi è il primo passo per modificarli: identificare se si tende a “inseguire” o a “fuggire” permette di adottare strategie più equilibrate.

Il Silenzio come Strumento Comunicativo

Contrariamente alla percezione comune, il silenzio non è necessariamente sintomo di disagio. Nella pragmatica della comunicazione umana, esso assume una funzione metacomunicativa, ovvero trasmette informazioni sulla relazione stessa.
Un silenzio condiviso in modo sereno può indicare fiducia e intimità, mentre un silenzio carico di tensione segnala evitamento o risentimento.

La società moderna, caratterizzata da un’iperstimolazione costante, tende a demonizzare i momenti di pausa. La pressione a “riempire” ogni spazio vuoto con parole o attività rischia di ostacolare l’elaborazione emotiva.
Imparare a tollerare il silenzio, sia in sé stessi che nel partner, favorisce una connessione autentica, libera dalla necessità di performatività.

Errori Comuni nella Comunicazione di Coppia

Impulsività vs. Riflessività: L’abitudine a reagire immediatamente a un’emozione, senza valutare la disponibilità emotiva del partner, genera spesso incomprensioni. Una comunicazione efficace richiede *timing* appropriato: riconoscere se entrambi sono in uno stato mentale ricettivo è fondamentale.

Svalutazione e Critica Distruttiva: Frasi come “Non capisci mai nulla” o “Sei sempre il solito” attaccano l’identità dell’altro, anziché focalizzarsi sul comportamento specifico. Questo approccio mina l’autostima e alimenta risentimento.

Digital Intrusion: L’uso compulsivo di smartphone durante le conversazioni intime rappresenta una forma di evitamento. Controllare notifiche o social network mentre il partner parla invia un messaggio chiaro: “Ciò che hai da dire non è prioritario”.

Gestione dei Conflitti: Tra Mitizzazione e Realtà

Il luogo comune secondo cui “le coppie che litigano durano di più” contiene una parziale verità. Non è la frequenza dei conflitti a determinare la solidità della relazione, ma la capacità di gestirli costruttivamente.
Un litigio diventa disfunzionale quando:
– Assume toni violenti (urla, insulti).
– Si focalizza sul passato (“Hai sempre fatto così!”) anziché sul presente.
– Mancano tentativi di riparazione (scuse, gesti di riconciliazione).

Al contrario, coppie che dichiarano di “non litigare mai” potrebbero nascondere emozioni represse. La paura del conflitto può portare a un’armonia superficiale, dove bisogni e insoddisfazioni rimangono inespressi, erodendo gradualmente il legame.

Crisi Esternhe e Comunicazione Consapevole

Eventi stressogeni esterni (l’arrivo di figli, cure a genitori anziani, problemi lavorativi) testano la resilienza della coppia.
In queste fasi, la comunicazione mindful—ovvero basata su ascolto attivo e presenza—diventa cruciale.

Alcune strategie includono:
Routine di Check-in: Dedicate momenti fissi per condividere emozioni senza distrazioni.
Riconoscimento dei Ruoli: Chiarire come le responsabilità vengono redistribuite durante la crisi, evitando presupposti non verbalizzati.
Gestione dello Stress Individuale: Pratiche come la meditazione o l’esercizio fisico riducono la tensione, prevenendo proiezioni di frustrazione sul partner.

Manipolazione e Segnali di Allarme

La manipolazione rappresenta il livello più tossico della comunicazione disfunzionale.

Si manifesta attraverso:
Gaslighting: Negare l’evidenza di un evento (“Non è successo”, “Stai esagerando”) per confondere la percezione della realtà.

Colpevolizzazione Sistematica: Attribuire all’altro la responsabilità di ogni problema (“Se non fossi così insicuro, non litigheremmo”).

Silenzi Punitivi: Usare il silenzio come arma per infliggere disagio, anziché come momento di riflessione.

In questi casi, la terapia di coppia può aiutare a identificare dinamiche patologiche. Se uno o entrambi i partner rifiutano di riconoscere il problema, la separazione potrebbe essere l’unica opzione salutare.

Tecnologia e Relazioni: Tra Connessione e Disconnessione

L’avvento dei social media ha introdotto paradossi nelle relazioni moderne. Da un lato, piattaforme come WhatsApp facilitano la comunicazione quotidiana; dall’altro, l’abitudine a “dialogare” attraverso schermi riduce la profondità emotiva.

Un fenomeno preoccupante è il *phubbing*— ignorare il partner per controllare il telefono — che mina la qualità del tempo condiviso. Studi dimostrano che coppie che stabiliscono “zone tech-free” (es. durante i pasti o prima di dormire) riportano maggiore soddisfazione relazionale.

Verso una Comunicazione Autentica: Strategie Pratiche

1. Regola del 20-80: Dedica il 20% del tempo a parlare e l’80% ad ascoltare. Utilizza domande aperte (“Cosa provi quando…?”) per incoraggiare l’esplorazione emotiva.

2. Meta-Comunicazione: Discuti esplicitamente le dinamiche comunicative (“Mi sono accorto che alzo la voce quando sono stressato. Possiamo trovare un modo diverso?”).

3. Non Verbal Sync: Sincronizza il linguaggio del corpo a quello del partner (es. mantenere il contatto visivo, annuire) per creare sintonia.

4. Timeout Emotivi: In caso di escalation, concordare una pausa (“Parliamone tra un’ora”) previene reazioni impulsive.

Una comunicazione efficace nella coppia non richiede perfezione, ma consapevolezza continua. Imparare a leggere i segnali non verbali, gestire i conflitti con maturità e preservare spazi di autenticità rappresentano la base per una relazione resiliente. In un’epoca dominata dalla fretta e dalla distrazione, scegliere di comunicare con intenzionalità diventa un atto rivoluzionario e profondamente trasformativo. 

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