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La rubrica Studi & Salute – a cura di Beatrice Silenzi giornalista e direttore responsabile di Fabbica della Comunicazione – ospita la psicoterapeuta Cristina Ombra e il relatore, coach, organizzatore di Zen e IKIGAI nell’era dell’intelligenza artificiale, Kouji Miki
Zen e Mindfulness: Un Ponte Tra Oriente e Occidente per il Benessere
In un mondo sempre più frenetico e spesso alienante, la ricerca di un profondo benessere interiore è diventata una priorità per molti da scoprire attraverso la lente dello Zen e della Mindfulness, grazie a un incontro speciale tra la dottoressa Cristina Ombra e Kouji Miki San, direttamente dal Giappone.
La dottoressa Ombra, esperta di psicoterapia e affezionata collaboratrice, presenta Miki San con cui collabora da tempo per integrare gli approcci teorici orientali e occidentali nella psicoterapia. Entrambi vantano oltre vent’anni di pratica Zen e meditazione Vipassana.
Circa 15-16 anni fa, una profonda crisi economica colpì il Giappone: Miki San perse il lavoro e, in seguito a una forte depressione, decise di abbandonare la carriera per dedicarsi alla comprensione di sé attraverso la pratica Zen. Dopo soli tre mesi, ne percepì i benefici e una profonda gratitudine. Questo lo spinse a diventare attivo in Kamakura Zen 2.0, un evento internazionale di mindfulness che da dieci anni attira centinaia di persone a Kamakura, in Giappone.
Cambiamento e Innovazione: L’Intelligenza Artificiale nello Zen
La meditazione buddista Zen ha agevolato la sua trasformazione: Kamakura Zen 2.0 si propone di integrare le tradizioni, come la meditazione dei monaci, con le nuove tecnologie. Un aspetto sorprendente del lavoro di Miki San è proprio l’integrazione dell’intelligenza artificiale per rendere la meditazione più accessibile a un numero maggiore di persone.
La questione che sorge spontanea è come la tecnologia possa conciliarsi con un mondo basato sulla spiritualità. L’intelligenza artificiale viene utilizzata per comprendere il funzionamento della mente umana. Collaborando con ricercatori AI, si cerca di riconoscere le mappe mentali e capire come la meditazione agisca sul cervello, favorendo così un incontro tra tecnologia e tradizione.
Il concetto di Ikigai, spesso frainteso in Occidente e ridotto a un diagramma di quattro aree (ciò che ti piace fare, ciò che aiuta gli altri, autorealizzazione e remunerazione), viene ridefinito da Miki San.
Il vero Ikigai, spiega, è profondamente connesso al Buddhismo Zen: si tratta di realizzare momento per momento il proprio vero sé, connettendosi con la propria essenza interiore.
L’Ikigai di Miki San è proprio questo progetto internazionale di Zen 2.0, un’attività interamente basata sul volontariato, a cui anche Cristina Ombra parteciperà nel prossimo novembre.
Il Principio Cardine dello Zen: Vivere nel Qui e Ora
Per chi si avvicina alle discipline orientali, è fondamentale chiarire i principi dello Zen. Uno dei punti cardine è vivere nel “qui e ora”. Che si tratti di cucinare, pulire o svolgere qualsiasi attività, l’essere completamente presenti in quel momento è essenziale.
Questo è particolarmente difficile nella società moderna, bombardata da informazioni. La pratica costante della focalizzazione sul presente, più che la mera comprensione teorica, è ciò che trasforma profondamente noi stessi e ci permette di osservare il funzionamento della nostra mente.
Lo Zen 2.0 si presenta come un’evoluzione di questi principi. Fondato circa 14 anni fa, è una scuola Zen aperta a tutti, sia in Giappone che online. L’obiettivo è creare una connessione tra l’attività professionale e lo studio dello Zen, portando la disciplina in vari ambiti lavorativi.
Cristina Ombra, in questo contesto, ha il ruolo di integrare la mindfulness con la consapevolezza corporea attraverso workshop e sessioni. L’embodiment, ovvero la consapevolezza incarnata, è fondamentale per accelerare i processi di trasformazione.
Riconoscere la Vera Spiritualità e il Ruolo della Natura
In un mondo ricco di dottrine, filosofie e percorsi spirituali, come distinguere la vera spiritualità dalla New Age o da percorsi psicoterapeutici?
Miki San suggerisce che per riconoscere la vera spiritualità dobbiamo riconnetterci con la natura.
La tradizione shintoista giapponese, che riconosce le divinità nella natura, offre un esempio di questa profonda connessione. La natura, con il suo potere di radicamento, ci permette di entrare in contatto con la nostra vera essenza.
Inizialmente, una guida è necessaria per muoversi nel campo della consapevolezza. Tuttavia, la meditazione immersa nella natura, che sia vicino al mare o in un bosco, facilita la connessione con il nostro sé più autentico.
L’attrazione degli occidentali per lo Zen è dovuta in parte alla sua apparente semplicità e alla mancanza di rigide regole, che lo rendono più accessibile e promettono una trasformazione più facile.
Vivere Zen non significa compiere azioni eccezionali, ma trovare un’attitudine profonda nello svolgimento delle attività quotidiane.
È la capacità di essere presenti, di espandere la nostra coscienza e consapevolezza mentre mettiamo in ordine la casa, cuciniamo o scriviamo poesie.
È un ritorno al buon senso, un riappropriarsi delle abitudini dei nostri nonni, come sottolinea Cristina Ombra, per ritrovare noi stessi.
L’obiettivo delle pratiche meditative e della mindfulness non è la ricerca dell’illuminazione o di stati di coscienza speciali, ma l’accettazione della nostra realtà, sia essa piacevole o spiacevole.
È un processo di osservazione dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni corporee, un percorso profondo che dura tutta la vita, senza scorciatoie.
Un Semplice Esercizio per il Benessere
La meditazione focalizzata sull’osservazione del respiro. Inspirare e osservare ciò che accade momento per momento, ed espirare lasciando andare le sensazioni di fatica e pesantezza. È un modo efficace per pulirsi e ritrovare il benessere.
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