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La rubrica L’Altra Domenica è a cura dello scrittrice e giornalista Enrica Perucchietti e Beatrice Silenzi, direttore responsabile di Fabbrica della Comunicazione.
L’Europa al Bivio: Tra Riarmo, Disinformazione e Sanità Dimenticata
L’Europa si trova in un momento di svolta, un periodo caratterizzato da una crescente militarizzazione, un’allarmante diffusione di disinformazione e un preoccupante disinteresse per settori vitali come la sanità.
Le recenti discussioni e gli eventi delineano un quadro inquietante, dove la strategia della tensione sembra essere lo strumento privilegiato per plasmare l’opinione pubblica e giustificare decisioni politiche di vasta portata.
Il tema centrale è il riarmo europeo, o meglio, una vera e propria militarizzazione, con un incremento vertiginoso delle spese militari. Questo spostamento di risorse dal “welfare” al “warfare” sta innestando un clima di paura, utilizzato per legittimare “misure draconiane liberticide” attraverso lo spauracchio di una minaccia esterna.
La militarizzazione è particolarmente evidente nell’Est Europa, dove episodi frammentari e spesso infondati vengono utilizzati per alimentare la tensione.
Un esempio lampante è il caso del presunto sconfinamento di droni russi, che ha generato allarme e giustificato risposte militari.
Questo episodio, insieme alla “bufala del presunto jamming russo all’aereo” della von der Leyen, smentita da fonti ufficiali, dimostra una “strategia della tensione” basata su “fake news” e una “orchestra di istituzioni e media” che “soffiano sul fuoco”.
Il ruolo del giornalista, in questo contesto, dovrebbe essere quello di “cane da guardia del potere”, denunciando le “storture” e le “tecniche di ingegneria sociale” utilizzate per spaventare e disorientare la popolazione.
La passività e l’ignavia, soprattutto da parte di giornalisti e società civile, rischiano di rendere irreversibile questo processo di “graduale, ma costante endemica militarizzazione”.
L’Italia, seguendo l’esempio di Francia e Germania, ha istituito un “tavolo interministeriale per rivedere, mettere mano a i piani per la gestione sanitaria in caso di un eventuale conflitto o attacco militare”.
Questa iniziativa, poco discussa nei media mainstream, è “gravissima”, soprattutto considerando i decenni di tagli e smantellamento della sanità pubblica nel nostro paese.
È paradossale che, dopo anni di indebolimento del sistema sanitario, si cerchi ora di correre ai ripari investendo nella sanità “in tempo di guerra”.
La sanità, già fanalino di coda nel PNRR dopo l’emergenza pandemica, torna ad essere rilevante solo quando la narrazione lo impone.
Il ministro della Difesa Crosetto ha dichiarato che l’Italia “non è pronta per la guerra”, giustificando la necessità di questi piani. Il tavolo interministeriale, composto da dieci membri, si è già riunito due volte. Le strutture sanitarie deputate a questi nuovi piani non sono ancora chiare, ma si parla già di rafforzamento di ospedali come il Niguarda di Milano.
Questa “narrazione prebellica” smantella i diritti e i servizi fondamentali, per poi ripristinarli solo in un’ottica bellica. La passività con cui queste notizie vengono accolte, o persino celebrate come un bene necessario di fronte a una “fantomatica invasione russa”, è un segnale preoccupante.
Abituare l’opinione pubblica ad accettare passivamente lo smantellamento dello stato sociale è un processo continuo. La mancanza di indignazione e la forza di reagire sono acuite dalla polarizzazione dei mezzi di informazione, che rendono difficile mantenere uno sguardo lucido e obiettivo.
Disinteresse per il benessere dei cittadini
Le inchieste che emergono a scoppio ritardato fanno luce su quegli “anni terribili”, ma “tanto ormai la frittata è stata fatta”. Gli effetti avversi continuano ad emergere, e le persone sono state trattate come “cavie di un esperimento”.
Nonostante condanne e dettagli inquietanti che continuano ad affiorare, come nel caso di Ursula von der Leyen, “tutto rimane uguale”. I media mainstream continuano a dare poco risalto a queste notizie fondamentali, e manca una “battaglia per la verità e per la giustizia” con “truppe e milizie in prima linea”.
È fondamentale che la società civile, i giornalisti e le istituzioni riprendano un ruolo attivo, solo così si potrà evitare di scivolare ulteriormente in una spirale di paura e conflitto, e riaffermare i valori di pace, trasparenza e benessere per tutti i cittadini.
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