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La rubrica L’Altra Domenica è a cura dello scrittrice e giornalista Enrica Perucchietti e Beatrice Silenzi, direttore responsabile di Fabbrica della Comunicazione.

La solennità della memoria storica in un’imponente parata militare tenutasi a Pechino, in occasione della Giornata della Vittoria, è diventata il palcoscenico inaspettato per una conversazione straordinaria.
Microfoni aperti hanno catturato quello che sembrava essere uno scambio privato tra il Presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping, in cui i due leader mondiali hanno approfondito le implicazioni della biotecnologia e del trapianto di organi sulla prospettiva dell’immortalità umana.

I Leader Globali Contemplano l’Immortalità?

L’evento, che commemorava l’80mo anniversario della resa del Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale, ha visto la Cina dispiegare una serie di nuove armi per la prima volta in pubblico, sottolineando la sua crescente potenza militare. Tra la sfilata di forze armate e l’esibizione di tecnologia bellica avanzata, si è inserito un dialogo che ha toccato un tema di ben altra natura: la trascendenza dei limiti della vita stessa.

Mentre i leader, tra cui Kim Jong-un della Corea del Nord, Alexander Lukashenko della Bielorussia e Shehbaz Sharif del Pakistan, attraversavano la storica Piazza Tienanmen in direzione della piattaforma panoramica, le loro parole sono state registrate.
Putin, comunicando in russo attraverso un interprete che traduceva in mandarino per Xi, ha introdotto l’argomento con una nota di meraviglia sui progressi biotecnologici.

“In passato, raramente si viveva più di 70 anni,” ha riferito l’interprete a Putin, citando le parole di Xi. “Ma oggi si dice che a 70 anni si è ancora bambini. Con lo sviluppo delle biotecnologie, gli organi umani possono essere continuamente trapiantati e le persone possono vivere sempre più giovani, fino a raggiungere l’immortalità.”

La risposta del leader cinese, sebbene non ripresa direttamente dalla telecamera, ha riverberato con una prospettiva audace: “Alcuni prevedono che in questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni.”
Questa affermazione, carica di implicazioni per la società, la politica e la filosofia, ha segnato un punto di convergenza tra due delle figure più influenti del mondo su un tema che fino a poco tempo fa apparteneva più alla fantascienza che al discorso geopolitico.

Successivamente, Putin ha confermato ai giornalisti dell’agenzia di stampa statale Tass di aver effettivamente discusso con il suo omologo cinese la possibilità di un aumento significativo dell’aspettativa di vita umana.
“I moderni metodi di recupero, i metodi medici, anche quelli chirurgici per la sostituzione degli organi, permettono all’umanità di sperare che la vita attiva duri più a lungo di quella attuale,” ha dichiarato il presidente russo, citato dalla Tass.
Ha aggiunto che, sebbene “l’età media sia diversa nei vari Paesi, l’aspettativa di vita aumenterà in modo significativo.”

Questa conversazione non è un’anomalia nel contesto russo. L’idea di prolungare la vita umana ha affascinato Putin e ampi settori dell’élite politica russa.
Già l’anno scorso, il presidente russo aveva incaricato i legislatori di istituire un nuovo centro di ricerca, denominato “Nuove tecnologie di conservazione della salute”.

Questo centro è esplicitamente dedicato alla lotta contro l’invecchiamento e all’esplorazione di metodi scientifici e medici per raggiungere l’immortalità. Il progetto si concentra su aree come la lotta all’invecchiamento cellulare, le neurotecnologie e altri fattori che contribuiscono al decadimento fisico, con la missione dichiarata di “garantire la longevità”.

L’interesse per l’estensione radicale della vita assume una risonanza particolare quando si considerano le traiettorie politiche sia di Putin che di Xi.
Entrambi i leader hanno mostrato pochi segni di voler abbandonare le rispettive arene politiche.
Putin, che ha già guidato la Russia per un quarto di secolo, è una figura dominante sulla scena internazionale.
Xi Jinping, da parte sua, è al potere da quasi 13 anni, avendo assunto la leadership nel marzo 2013 dopo che il suo predecessore, Hu Jintao, aveva completato il suo secondo mandato quinquennale.

Nel 2018, con il sostegno dei legislatori cinesi, Xi ha consolidato ulteriormente il suo potere attraverso l’abolizione dei limiti di mandato presidenziale, precedentemente fissati a due.
Questa mossa ha aperto la strada a un governo potenzialmente illimitato per il leader cinese, che è attualmente al suo terzo mandato, senza precedenti, destinato a durare fino al 2028.
Anche Putin, nel corso degli anni, ha orchestrato modifiche alla legge russa per garantirsi la permanenza al potere.

La prospettiva di una vita significativamente più lunga, e persino dell’immortalità, acquisisce quindi un significato stratificato per questi leader, non solo a livello personale ma anche per le implicazioni sul loro controllo e sulla stabilità dei loro regimi.

La discussione sull’immortalità in un contesto di parata militare e potere geopolitico solleva domande.
Se la scienza dovesse effettivamente aprire la porta a un’estensione radicale della vita, come verrebbero distribuite queste tecnologie?
Chi avrebbe accesso all’immortalità, e quali sarebbero le conseguenze per le strutture di potere globali?

La conversazione tra Xi e Putin, sebbene sussurrata in un momento di apparente informalità, getta una luce su aspirazioni e preoccupazioni che potrebbero modellare il futuro in modi inimmaginabili, ben oltre i confini della politica tradizionale. 

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