di GIORGIO PANDINI

Arriva dalla Cina l’ultima trovata di ingegneria genetica riguardante la produzione sintetica di organi umani.

È recente la pubblicazione, sulla rivista Cell Stem Cell, del risultato di uno studio realizzato da un team di ricercatori dell’Accademia Cinese delle Scienze che è riuscito a produrre artificialmente reni parzialmente umani.

Ma andiamo con ordine.

Gli studiosi sono partiti da embrioni chimera – contenenti sia cellule umane che suine – creati in laboratorio con la tecnica CRISPR.

Agli embrioni di maiale sono stati sottratti due geni responsabili, in questo caso specifico, dello sviluppo dei reni.
Contestualmente in un’altra operazione fatta su quelli umani, creati a partire da cellule staminali, sono stati introdotti geni che accelerano la proliferazione delle cellule, evitandone al contempo l’autodistruzione.

La sinergia di questi due interventi ha permesso ai ricercatori di ottenere embrioni ibridi che successivamente sono stati impiantati in alcuni esemplari suini, che hanno svolto il ruolo di “madri surrogate” per la loro crescita e sviluppo.

Estratti dopo un determinato periodo (25-28 giorni) al fine di valutarne lo sviluppo, i cinque embrioni chimera hanno mostrato uno sviluppo completo dei reni composti per metà da cellule umane.

Altre cellule umane sono state trovate all’interno degli embrioni nelle aree che sono alla base dello sviluppo del sistema nervoso, il resto dell’embrione era costituito interamente da cellule suine.

Questo, in sintesi, il progetto, il cui fine è chiaro.

Si tratta di un primo passo significativo verso la produzione di organi potenzialmente utilizzabili per trapianti sull’essere umano.

Il gruppo di ricerca, infatti, intende proseguire lo studio cercando di portare avanti ulteriormente la fase di sviluppo dei reni, con l’obiettivo di arrivare al trapianto umano.

A lungo termine, invece (si parla di parecchi anni), c’è il tentativo di creare organi formati esclusivamente da cellule umane attraverso lo sviluppo funzionale negli animali, utilizzando la stessa tecnica per creare altri organi, come pancreas e cuore.

È innegabile che stiamo assistendo – in questo periodo – ad una accelerazione sul fronte della bioingegneria sia sul in ambito medico che in quello alimentare.

È incontestabile che siamo spettatori (più o meno consapevoli) di studi e risultati che all’uomo comune appaiono come gli esperimenti che ricordano le pellicole quali “Frankenstein” o “Blade Runner”, anziché vivace ricerca medica.

È compito di tutti interrogarsi sull’opportunità di tali studi, sulla loro etica e sicurezza, per non ritrovarsi in un prossimo futuro dai risvolti che, ad oggi, sono e restano imprevedibili.