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Su Fabbrica della Comunicazione, Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – si occupa della rubrica, “Liberi dalle Dipendenze”, qui con Edy Virgili.

La dott. Edy Virgili, biologo nutrizionista ed esperta in scienza dell’alimentazione cerca di chiarire il delicato rapporto che si instaura con il cibo.

Ci sono individui, talmente ligi e precisi nel loro stile di vita, tanto da diventare ortoressici, altri, all’opposto, e per diversi motivi, hanno necessità di sgarrare sempre e comunque.

Sono entrambi comportamenti scorretti.

Gli ortoressici, ovvero coloro che hanno un’attenzione malsana, quasi patologica verso il cibo puro e sano, pensando che questa sia la strada per ottenere il benessere duraturo, vivono il rapporto con il cibo in maniera ansiogena.

Il concetto di salute viene estremizzato, poiché si instaura in loro un integralismo alimentare al fine di raggiungere uno stato di salute perfetto.

Nella seconda fascia, invece, ci sono coloro che ingurgitano qualsiasi alimento, senza nemmeno curarsene, ma solo per gratificarsi, per rilassarsi.

Al pari di una coccola, considerano il cibo come un comfort food, talvolta esagerando con gli stravizi.

Parimenti c’è da fare attenzione al mangiare pochissimo per avere la scusa di bere più alcol, fenomeno che sembra essere piuttosto importante, soprattutto tra i più giovani.

Qual è la giusta misura del cibo?
Quando può diventare pericoloso?

Quello che si mangia, fin dalla nascita, va a compensare le esigenze psicologiche, partendo proprio da quel primo rapporto con la mamma e quindi è facile riversare sull’alimentazione l’ambito emotivo.

Un’alimentazione sana per definizione fornisce all’organismo tutto ciò di cui lui ha necessità: macro e micronutrienti, grassi zuccheri e proteine, poi vitamine, sali minerali e antiossidanti , senza dimenticare l’acqua.

Alcuni cibi creano dipendenza: bisogna ricordarsene, soprattutto se si insegue il sogno di vivere mangiando bene.

E gli sgarri?

Se un giorno si vuole andare fuori dagli schemi, rompendo l’equilibrio, non succede niente, il corpo è in grado di recuperare, tuttavia c’è anche da considerare il fattore “età” ed invecchiando i meccanismi di ripristino dell’equilibrio si fanno più lenti

Per approfondire l’argomento si consiglia la lettura del libro “È tossico. Viaggio nelle dipendenze e nei comportamenti devianti” di Beatrice Silenzi

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