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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.

La “Città dei 15 minuti” è un modello di pianificazione urbana che punta a rendere le città più vivibili e meno impattanti per l’ambiente limitando la necessità di lunghi spostamenti.
L’idea non è nuova. La parola chiave è prossimità.

Nel 2016 l’urbanista della Sorbona Carlos Moreno coniava l’espressione in un articolo sul giornale francese “La tribune” in cui si voleva conciliare la città sostenibile con altri modi di abitare, lavorare e trascorrere il tempo libero, spingendo su quattro componenti principali: prossimità, diversità, densità, ubiquità.

Nel frattempo Anne Hidalgo dal 2014 sindaco di Parigi, appoggiava esplicitamente il progetto nel suo programma politico.
La pandemia ha poi fatto il resto.

Dal 2022, temendo l’ennesimo sistema formulato per controllare le persone contro la loro volontà, la Smart city viene riletta.

L’idea è questa. Tutti hanno la possibilità di vivere in prossimità di tutto quello di cui hanno bisogno, dai negozi, alla scuola, al lavoro.

Una volta molte cittadine erano effettivamente così, più a misura d’uomo, poi la pianificazione urbana ne ha rese invivibili molte.

Eppure, nonostante tutto ci sono delle criticità, prima delle quali è che la città dei 15 minuti potrebbe facilitare un “lockdown climatico“ ed altre conseguenze.

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