Clicca per guardare il video
Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo – Max – Del Papa che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.
Il Nuovo Pontefice tra Innovazione e Tradizione
L’elezione di Papa Leone XIV ha segnato un momento di transizione per la Chiesa Cattolica, caratterizzato da un approccio mediatico che riflette le sfide del presente. Definito da alcuni “il Papa della Pace”, Leone XIV incarna una figura pontificia che cerca di coniugare spiritualità e modernità, pur nel solco di una tradizione secolare. La scelta del nome, riferito a Leone XIV – pontefice del Rinascimento noto per il mecenatismo culturale – non è casuale: evoca un’epoca di trasformazioni, sottolineando l’intenzione di dialogare con il contemporaneo attraverso strumenti innovativi.
Il primo atto significativo del nuovo Papa è stata l’udienza concessa ai giornalisti, durante la quale ha delineato linee guida precise sul ruolo dell’informazione.
Questo gesto, interpretato da alcuni come un’ingerenza nel lavoro della stampa, ha acceso dibattiti sulla relazione tra Chiesa e media. Leone XIV ha sottolineato l’importanza di un giornalismo “responsabile”, criticando implicitamente la spettacolarizzazione dei contenuti e invitando a una narrazione più rispettosa dei valori cattolici. La mossa ha sollevato perplessità: c’è chi vi legge un tentativo di controllo narrativo, mentre altri vi riconoscono una legittima preoccupazione per l’etica dell’informazione.
La Crisi delle Vocazioni e l’Ascesa dei Nuovi Media
Un tema centrale del pontificato nascente è la crisi delle vocazioni religiose, affrontata da Leone XIV con un’analisi sorprendente. Secondo il Pontefice, il calo di interesse verso la vita clericale sarebbe legato alla fascinazione esercitata dai nuovi media, in particolare dal giornalismo e dal podcasting.
“Tutti vogliono fare i giornalisti, nessuno i preti”, ha osservato, evidenziando come le professioni legate alla comunicazione attirino più delle vocazioni tradizionali. Questa riflessione apre una finestra su un malessere più ampio: la ricerca di visibilità e protagonismo, spesso a discapito di percorsi considerati meno gratificanti dal punto di vista mediatico.
Esempi come Chiara Valerio, autrice di podcast accusati di essere eccessivamente cerebrali e poco accessibili, o Big Mama, influencer discussa per i messaggi controversi sulla body positivity, illustrano le polarità di questo universo. La critica mossa è verso una certa autoreferenzialità: molti contenuti, pur presentati come culturali, sembrano privilegiare la provocazione o l’esibizione personale rispetto al approfondimento.
Critiche alla Cultura Contemporanea: Tra Provocazione e Superficialità
Il discorso si allarga alla cultura popolare italiana, con riferimenti a figure come Paola e Chiara Iezzi, ex vincitrici di Sanremo, o all’attore Luca Marinelli, simboli di un’industria dell’intrattenimento giudicata spesso vuota e autoreferenziale. Emerge una denuncia verso una certa “cultura di sinistra” egemonica ma percepita come priva di solide basi, ridotta a slogan e pose ideologiche. Si critica l’incapacità di produrre narrazioni complesse, sostituite da un approccio che mescola politica, identità di genere e temi sociali in modo frammentario.
Big Mama, icona del body positivity, viene citata come caso paradigmatico. La sua dichiarazione – “se non fosse per i maschi, potrei andare in giro nuda” – è stata interpretata come un’arma di marketing più che una battaglia per l’autodeterminazione. I
l dibattito sollevato tocca nervi scoperti: fino a che punto la rappresentazione di corpi non convenzionali è una forma di emancipazione, e fino a che punto si trasforma in strumentalizzazione?
La questione riflette tensioni più ampie sulla mercificazione delle identità nel capitalismo contemporaneo.
La Chiesa come Influencer Spirituale
Leone XIV eredita una Chiesa sempre più proiettata verso la dimensione mediatica, seguendo le orme di predecessori come Giovanni Paolo II e Francesco.
L’udienza privata concessa a Jannik Sinner, campione di tennis, con lo scambio simbolico di racchette, conferma questa strategia: il Pontefice sembra consapevole che, in un’epoca di svuotamento delle chiese, l’unico modo per restare rilevanti è agire attraverso icone popolari.
Questo approccio, però, non è privo di rischi: la spiritualità rischia di essere oscurata dalla spettacolarizzazione, trasformando il messaggio religioso in un prodotto da vendere.
La scelta di Bergoglio di dialogare con personaggi come Lady Gaga, o le aperture di Leone XIV verso temi ambientali e sociali, rivelano un tentativo di adattamento a un mondo secolarizzato. Tuttavia, permangono dubbi sull’efficacia di queste mosse: se da un lato avvicinano giovani e lontani dalla fede, dall’altro potrebbero snaturare il ruolo sacrale del papato.
Tra Fede e Vanità
Il pontificato di Leone XIV si colloca in un equilibrio precario tra innovazione e tradizione. La sfida è mantenere l’autorevolezza spirituale in un’epoca dominata dalla comunicazione effimera, dove persino il Vaticano deve competere con influencer e piattaforme digitali.
La critica alla cultura contemporanea – accusata di superficialità e narcisismo – si intreccia con la necessità della Chiesa di ridefinirsi senza perdere la propria anima. In questo contesto, Leone XIV non è solo un leader religioso, ma un simbolo di una battaglia più ampia: quella per trovare significato in un mondo sempre più rumoroso e sempre meno capace di ascoltare.
Il video pubblicato è di proprietà di (o concesso da terzi in uso a) FABBRICA DELLA COMUNICAZIONE.
E’ vietato scaricare, modificare e ridistribuire il video se non PREVIA autorizzazione scritta e richiesta a info@fcom.it.