di BEATRICE SILENZI

Ogni anno, il 27 gennaio, il mondo si ferma per ricordare le vittime dell’Olocausto e per onorare la memoria di milioni di persone che hanno perso la vita durante uno dei periodi più oscuri della storia umana.
Si commemorano le vittime dell’Olocausto, come designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42 esima riunione plenaria che fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005.

Perché il 27 gennaio?
In quel giorno – nel 1945 – le truppe dell’Armata Rossa, del maresciallo Konev, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. La scoperta del campo e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo l’orrore del genocidio nazista, per la prima volta.

Alcuni giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro, in una marcia della morte, tutti i prigionieri ancora in grado di camminare, molti dei quali morirono durante la marcia stessa. L’apertura dei cancelli del campo fece conoscere non solo i poveri testimoni della tragedia, ma anche le torture e ogni forma di annientamento utilizzata nel lager. 

L’Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, ricordando non solo le vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati, i deportati militari e politici.
Furio Colombo aveva proposto il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma, per altri, invece, avrebbe dovuto essere il 5 maggio, anniversario della liberazione di Mauthausen.

Gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211 definiscono le finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati… in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.”

Il Giorno della Memoria diventa così una giornata soprattutto di riflessione, consapevolezza e impegno per assicurare che una tragedia simile non si ripeta mai più, mentre tutti i Paesi sono invitati a commemorare le vittime, promuovendo tolleranza, educazione e consapevolezza.

Un modo per testimoniare la brutalità e l’ingiustizia e per garantire che le generazioni future conoscano la verità storica, sensibilizzandole all’importanza dei diritti umani e della dignità di ogni individuo, combattendo tutte le forme di odio, discriminazione e persecuzione.