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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Viaggio nella Storia Contemporanea è a cura del giornalista e scrittore Franco Fracassi – già co-autore di una collana di 12 volumi dal titolo “Nei Secoli Brevi” – che commenta con Beatrice Silenzi fatti e personaggi degli ultimi 120 anni.

Al termine della prima guerra mondiale,
con la fine dell’Impero ottomano, venne ridefinito il Medio Oriente, istituendo nuove entità statali.

Gli esperti riuniti dal 12 al 30 marzo 1921 nell’elegante Semiramis Hotel del Cairo, sotto la guida di Winston Churchill e alla presenza di Lawrence d’Arabia, ridisegnavano l’odierna mappa del Medio Oriente, gettando i semi della futura questione israelo-palestinese. 

Vennero “inventati” Paesi come Iraq, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Kuwait e Arabia Saudita ed i loro confini, tracciati arbitrariamente, toccarono le corde della religione e delle etnie delle varie popolazioni coinvolte, innescando pericolose dinamiche.

I colonialisti europei, attraverso gli accordi che consistevano nel tracciare confini e barriere, esportarono in Medio Oriente il modello dello Stato-nazione, mentre, per secoli, in questo vasto territorio, le persone, le merci e le idee si erano spostate liberamente, senza ostacoli.

Il Medio Oriente “è sempre stato una mescolanza di popoli, per cui le sue varie componenti non potevano essere separate senza che si operasse una drastica pulizia etnica” scriveva il politologo palestinese Iyad al Baghadadi.

Il controllo delle vie di comunicazione, il monopolio del commercio e lo sfruttamento degli immensi giacimenti petroliferi era importantissimo per i colonialisti e, per garantire la supremazia europea, era necessario attuare l’antico motto dividi et impera. 

Un territorio molto ricco anche di oro nero e reperti archeologici che avrebbero fatto la fortuna dei Paesi europei in primis. 

La scoperta della tomba di Tutankhamon – da parte di Howard Carter – è stato definito il più grande ritrovamento archeologico del ventesimo secolo.
È certamente tra le meglio conservate e al suo interno vennero ritrovati, perfettamente intatti, oltre cinquemila reperti, tra cui il sarcofago del giovane re, contenente la sua mummia e l’incredibile maschera funeraria in oro e gemme che rappresenta il simbolo dell’arte dell’antico Egitto.

Un regno brevissimo. Una salute cagionevole. Una rilevanza storica e politica tutta da dimostrare. Eppure Tutankhamon è probabilmente, a tutt’oggi, uno più famoso faraone dell’antico Egitto, merito proprio della sua sontuosa tomba, scoperta nel novembre del 1922 in perfette condizioni. 

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