di GIORGIO PANDINI

Il Mesmerismo – termine che deriva dal nome del medico e mistico austriaco Franz Anton Mesmer – si basa sulle teorie portate avanti dallo studioso (nato a Costanza, in Germania, nel 1734) laureato in filosofia e teologia a Ingolstadt ed in medicina, a Vienna, nel 1766.

Seguace di Paracelso e convinto sostenitore della relazione tra astri ed esseri viventi – argomento alla base della sua tesi di laurea – Mesmer intraprende gli studi volti a dimostrare la presenza di uno “spirito” o “fluido vitale” armonioso e fisico che attraversa il corpo, identificandolo con la forza magnetica.

Nel 1774 riesce a curare una paziente affetta da convulsioni, deliri e sincopi con l’applicazione di alcune calamite sulle gambe, constatando un netto miglioramento delle sue condizioni di salute.

Durante il trattamento, tuttavia, Mesmer si accorge che il successo della bizzarra terapia non è dovuto ai magneti, quanto ad una forza di gran lunga maggiore, di cui egli stesso è la fonte principale.

Tutto ciò lo porta a nuove considerazioni sulla sua teoria e a considerare che il magnetismo animale sia di molto superiore a quello minerale, sprigionato dalle calamite.

Mesmer mette per iscritto la sua scoperta e, in una lettera inviata ad un amico medico risalente al 1775, riporta così: “Si manifestano, soprattutto nel corpo umano, delle proprietà analoghe a quelle della calamita; si possono distinguere dei poli, diversi ed opposti come nei magneti, che possono essere messi in comunicazione, cambiati, distrutti o rafforzati; si può anche osservare il fenomeno dell’inclinazione magnetica”.

Sostiene che la malattia è una soltanto, unica ed originata da un disequilibrio nello scorrimento del fluido magnetico spesso originato da blocchi.

Di conseguenza, per riportare l’organismo allo stato di equilibrio (e quindi di salute) è necessario compiere un passaggio di “crisi” che porti a superare la malattia.

Come riportano anche alcuni disegni esplicativi, Mesmer si pone di fronte alla persona da trattare, esaminandola con la punta delle dita e con altri strumenti così da individuare il problema.

Una volta effettuata la diagnosi, interviene sui punti di blocco per portarli ad un livello che ne permetta l’eliminazione.

Malgrado i successi documentati e le numerose guarigioni, le sue teorie vengono accolte con tanto scetticismo dalla comunità scientifica dell’epoca, quando non apertamente osteggiate.

All’apice della sua fama, prova a sottoporre i suoi numerosi studi ed esperimenti alle commissioni scientifiche di vari Paesi, viaggiando tra Austria, Germania, Svezia e Svizzera, ma nessuno prende in considerazione le sue istanze.

E, nonostante tutto, è il medico che dà il nome a una delle più spettacolari mode culturali del tardo Settecento.

Dopo il suo trasferimento a Parigi, finalmente, nel febbraio del 1778 riesce a farsi ricevere dalla famosa Accademia delle Scienze e dalla Regia Società di Medicina.

I membri accolgono con molta freddezza studi e teorie, liquidandolo velocemente come ciarlatano, forse anche per invidie personali per i molti successi ottenuti in campo terapeutico.

Questa ostilità, sfociata spesso anche nella derisione, induce Mesmer ad abbandonare la Francia alla volta di Londra nel 1784, per poi ritornarvi durante il periodo del terrore.

Successivamente è a Vienna (dove viene anche temporaneamente imprigionato come sospetta spia giacobina) ed infine in Svizzera dove muore nel 1815, dimenticato e in solitudine.

Non lo dimentica, tuttavia, Mozart che lo conosce a 14 anni e che molti anni più tardi, nel 1790, lo ricorda in “Così fan tutte”, quando Despina tocca con una calamita la testa ai finti infermi, a lui alludono i versi scherzosi di Lorenzo Da Ponte: “Questo è quel pezzo di calamita, /Pietra mesmerica, /Ch’ebbe l’origine nell’Alemagna, /Che poi sì celebre là in Francia fu”.

Molti studiosi si sono interrogati a lungo su di lui. Chi era?
Un ciarlatano, un taumaturgo, un novello Paracelso o un precursore di Freud?

Mesmer ha lasciato dietro di sé una serie nutrita di seguaci che hanno poi sviluppato ed ampliato il suo lavoro, gettando le basi per tecniche legate a ipnosi, pranoterapia e psicoterapia.

L’utilizzo del cosiddetto “sguardo magnetico”, molto popolare, specialmente nell’Ottocento, è entrato a far parte della cultura di massa, attraverso opere letterarie, pamphlet e racconti come ad esempio quelli di Edgar Allan Poe, nei quali ricorre a più riprese.

È arrivato persino ai giorni nostri, in opere cinematografiche come “Il Volto” di Ingmar Bergman e nei fumetti di Dylan Dog.

Sebbene oggi le sue teorie siano state definitivamente accantonate a livello scientifico, tuttavia è innegabile il ruolo di precursore di Mesmer nella teorizzazione ed attuazione pratica che sta agli albori di numerose discipline di medicina alternativa, ancora oggi non accessibili a tutti.