Clicca per guardare il video
La rubrica Libero Pensiero – a cura di Beatrice Silenzi giornalista e direttore responsabile – ospita il ricercatore e studioso di Leonardo Da Vinci, Riccardo Magnani.
La natura non va né idolatrata né subita come schiavi, con queste parole, pronunciate da Papa Leone XIV si è aperta una frattura di riflessione che ha suscitato reazioni forti e polemiche. Non ultima, quella del ricercatore e saggista che non ha esitato a definire l’affermazione papale “gravissima” e contraria a ciò che sostiene l’universo stesso.
Magnani, nel suo stile diretto e privo di compromessi, ha contestato la frase partendo da un presupposto:
L’universo è governato da leggi naturali fondate su frequenze e vibrazioni che gli astri determinano e che, a loro volta, condizionano tutto ciò che avviene sulla Terra, compreso il comportamento organico dell’essere umano.
Negare questo principio – sostiene – significa tradire il fondamento stesso della realtà.
Religione e natura: un conflitto aperto. In particolare quella cattolica, tutte hanno costruito nei secoli sistemi di regole che non hanno come scopo il benessere spirituale o fisico delle persone, bensì l’interesse di chi detiene il potere.
Magnani definisce i “propositori della fede” alla stregua di associazioni a delinquere che sfruttano la fragilità culturale ed emotiva dei fedeli, promettendo un benessere effimero che non corrisponde a un reale equilibrio psicofisico.
In questa prospettiva, l’affermazione papale appare non come una semplice opinione, ma come un orientamento che può compromettere la salute delle persone: “Quando il Papa dice che la natura non va idolatrata né seguita come schiavi – ribadisce Magnani – sta indicando una via diversa da quella naturale. Ma qualunque via diversa rispetto alle leggi della natura porta al malessere”.
La questione è delicata. Grazie al principio dell’infallibilità, ciò che un Pontefice dichiara è accolto come verità assoluta da milioni di fedeli.
È qui che Magnani individua il pericolo più grande. Non si tratta di una semplice divergenza teorica, ma di un messaggio che rischia di diffondersi come verità intoccabile.
Il paragone è provocatorio: sarebbe come vendere un aspirapolvere corredato da un manuale che invita a non inserire la spina o a non usare il sacchetto raccoglipolvere, suggerendo invece di cucinare le lasagne. Una negazione così clamorosa delle regole naturali che mina il fondamento stesso della vita.
Mitra, Horus, Cristo stesso, in diversi modi, richiamano l’archetipo del sole e della ciclicità cosmica.
Nella tradizione cattolica, sostiene Magnani, questi rimandi vengono “svuotati” dalla loro essenza cosmologica per trasformarsi in strumenti di potere. Da qui la definizione di Galimberti, citata nella conversazione: «Il cristianesimo è una religione dal cielo vuoto».
Il Papa agisce “portando acqua al proprio mulino”, così come ogni esponente di potere cerca di rafforzare il proprio ruolo. Ma la vita non è competizione. La natura non conosce logiche di parte: è un sistema superiore, fondato su regole inderogabili che garantiscono equilibrio e armonia.
Dunque l’affermazione di Leone XIV non è un invito alla libertà, ma una “dichiarazione di guerra” contro l’uomo stesso e la sua possibilità di vivere in sintonia con l’universo.
La religione è “l’oppio dei popoli”?
No, non è un semplice anestetico che illude, ma la causa prima del malessere. Non si tratta di un inganno innocuo, ma di un sistema che induce le persone ad allontanarsi dal proprio benessere organico e spirituale.
Molti credono di stare bene grazie alla religione – osserva Magnani – ma in realtà il loro equilibrio è solo mentale, illusorio, mentre il corpo e lo spirito restano lontani dalla vera armonia naturale.
Il confronto si chiude con un ritorno al nodo centrale: la distanza tra religione e leggi universali. Se ogni civiltà antica aveva posto gli astri e i cicli cosmici come punti di riferimento, il cristianesimo – nella sua interpretazione dogmatica – ha progressivamente svuotato questo legame, proponendo una narrazione posticcia, funzionale al potere e distante dalla realtà naturale.
Il video pubblicato è di proprietà di (o concesso da terzi in uso a) FABBRICA DELLA COMUNICAZIONE.
E’ vietato scaricare, modificare e ridistribuire il video se non PREVIA autorizzazione scritta e richiesta a info@fcom.it.