Gianluca Marletta – Docente e Scrittore – è intervistato da Beatrice Silenzi – Giornalista.
A Roma, al liceo classico “Pilo Albertelli”, il consiglio d’istituto ha rigettato due progetti finanziati con quasi 300mila euro provenienti dal PNRR.

“Next Generation Labs” e “Next Generation Classroom” fanno parte del piano nazionale Scuola 4.0, varato dal governo Draghi e volto alla trasformazione del sistema didattico.

Il consiglio d’istituto si è opposto all’idea di far diventare le classi tradizionali «laboratori per le professioni digitali del futuro».
«I nostri figli devono imparare la Storia, tradurre dal Greco e avere capacità critica», hanno sostenuto insegnanti e genitori criticando l’ascesa della tecnologia nelle scuole.

A livello nazionale, il “Next Generation Classrooms” ha l’obiettivo di trasformare almeno 100mila aule delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado, in ambienti innovativi di apprendimento: le cosiddette classi multimediali.

Il “Next Generation Labs” intende realizzare laboratori per le professioni digitali del futuro nelle scuole secondarie di secondo grado.

Per quanto riguarda il liceo Albertelli, il consiglio d’istituto ha bocciato le proposte avanzate dal dirigente scolastico perché stridono con la natura e «gli obiettivi di un liceo».

La scuola sembra andare verso una direzione non corretta. Molte parole vengono spese sul benessere emotivo e lo stimolo relazionale, sullo sviluppo dell’empatia degli studenti o sul rendere protagonista l’alunno che si avvicina sempre di più alla scelta consapevole del proprio ruolo nella società.

Neanche una parola invece è riservata alla profondità delle conoscenze che sono necessarie per comprendere – e non solo subire – una società sempre più complessa.

Non solo, la scuola sembra essere un laboratorio per sperimentare messaggi unidirezionali e non far maturare una propria coscienza critica, alla base delle scelte adulte e consapevoli.

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