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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo Del Papa – che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.

Donne in primo piano. Donne con la “d” minuscola, che fanno parlare di loro, ma non arricchiscono la società.

La Cortellesi che fa un cinema che non è cinema, riscrive le favole in un modo completamente sbagliato.
Poi c’è la Ferragni che si occupa di imprenditoria, ma non è un imprenditrice, è una “spacciatrice di pandori e di miraggi”. 
Infine la Lucarelli che fa un giornalismo che non è quello vero, ben lontano dalla deontologia.

Dice Del Papa “non siamo per la complicazione o per la complessità a tutti i costi, ma tra semplificare le cose per renderle comprensibili, non bisogna arrivare alla banalizzazione.”

Quanto sta accadendo in questi giorni, soprattutto dopo il suicidio della ristoratrice lombarda, accusata dalla Lucarelli, suscita alcune considerazioni. 

La prima riguarda il modello Ferragni.
“Se quella assurda recensione omofoba fosse stata effettivamente finta, allora l’approccio Ferragni – di una solidarietà fittizia, recitata – ha scavato fin troppo a fondo”, sottolinea Del Papa.

Un modo di fare e pensare che, andando in profondità, sta facendo grossi danni specie sulle persone comuni, su coloro che sono più fragili e che pagano un prezzo spropositato per ciò che fanno, sottoposti alla gogna di improvvisati debunkers. 

Un’altra considerazione deve essere compiuta sul ruolo del giornalista oggi.
Molti purtroppo – dall’emergenza pandemica in poi – hanno venduto se stessi al Sistema, a quelli che in questo periodo sono riuniti a Davos.

Il giornalismo è sempre stato un mestiere infame, ma oggi, dice Del Papa, “siamo alla resa dell’informazione come cerniera democratica fra il potere e il volgo, una funzione mai del tutto immacolata, mai monda da compromessi e canagliate, ma che malgrado tutto ha retto sino all’avvento della tecnologia autoritaria, dei social che hanno dato alla feccia il ruolo di controllori e di giustizieri.

Ma se l’informazione rinnega se stessa, se abdica al proprio ruolo, se si degrada ad influencer, a prenderne il posto sono le Ferragni e le Lucarelli”.

Eccola la triste visione di cialtroni che prendono il controllo del Potere, mentre l’informazione va dietro agli improvvisati, ai falsi, agli ambiziosi.

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