di BEATRICE SILENZI

Ancora poche ore e calerà il sipario sull’annuale incontro del World Economic Forum (WEF), iniziato il 15 a Davos (stesso scenario delle altre, precedenti edizioni a partire dal 1971).

L’evento, ancora una volta, ha riunito, in nome della credibilità e della sicurezza (il titolo è infatti “Rebuilding the Trust”, ovvero ricostruire la fiducia), rappresentanti di governo e di organizzazioni internazionali, esponenti di società farmaceutiche e professionisti presenti a vario titolo, ma comunque tutti ospiti di Klaus Schwab.

In alcune foto che circolano in Rete, il presidente – come un signore oscuro dei Sith (cit. Star Wars) – appare ancora più inquietante di come mai lo abbiamo ricordato.

Temi caldi del dibattito: gli immancabili cambiamenti climatici, l’onnipresente intelligenza artificiale, fino alle nuove nuove pandemie.

Partiamo dalla fine (sic!): le nuove pandemie.

Una misteriosa “Malattia X” entra nell’agenda del WEF e se n’è discusso nel panel apposito che ha visto intervenire il direttore dell’Oms Tedros Ghebreyesus, il Presidente e amministratore delegato della multinazionale sanitaria Royal Philips e il Presidente del consiglio di amministrazione di AstraZeneca.

Lo studio di “Disease X” potrebbe facilitare la prevenzione, al fine di preparare azioni flessibili e trasversali per arginare la diffusione di nuove malattie, tra cui anche un ipotetico morbo a oggi sconosciuto.

Il Daily Mail spiega che la malattia X interessa molto i misericordiosi ospiti di Davos perché sembra che questa futura patologia potrebbe causare 20 volte più decessi del Covid… (ma ufficialmente, ancora non esiste!).

Solletica, semmai, una antipatica ironia quello che alcuni sostengono a proposito delle doti predittive dei potenti della Terra.

Chi non ricorda Event 201, esercitazione pandemica organizzata proprio dalla Bill & Melinda Gates Foundation e dalla John Hopkins Center for Health Security, sotto l’egida proprio del WEF?

Era il 2019, ottobre.
E di lì a poco si sarebbe scatenato il finimondo a causa del ben noto Coronavirus, mentre sul sito dell’evento era scritto, in dettaglio, dei pipistrelli e della facilità di trasmissione e pochi mesi dopo, una pandemia si verifica davvero (!).

Ma non finisce qui.
Il report, rintracciabile sul sito del WEF, chiarisce ulteriormente i prossimi intenti ed obiettivi.

Il Global Risks Report 2024 evidenzia in modo chiaro come i rischi globali stiano crescendo e presentino una sfida significativa per la nostra capacità di risposta.

In un mondo sempre più interconnesso, la necessità di affrontare le crisi attuali e future richiede una cooperazione globale efficace.

Tuttavia, i segnali attuali indicano, sempre secondo il WEF, che non stiamo affrontando in modo adeguato la necessità di mitigare i rischi e garantire una risposta efficace.

La globalizzazione, che ha portato a significativi benefici in termini di connettività, commercio e apertura, poggia sul fondamento della cooperazione globale.

E la recente pandemia ha dimostrato che, nonostante alcuni sviluppi positivi come lo sviluppo rapido dei vaccini (!) grazie alla cooperazione globale, non siamo riusciti a rispondere in modo altrettanto efficace alle crisi successive.

Altro problema.

L’aumento dei prezzi dell’energia derivante dai combustibili fossili ha messo in luce la necessità di affrontare la transizione energetica per mitigare il cambiamento climatico.

La dipendenza dai combustibili fossili è politicamente delicata e l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 richiede azioni decise, compresa una significativa fissazione del prezzo del carbonio e una riduzione dei sussidi ai combustibili fossili.

Nonostante gli ostacoli, c’è speranza, specialmente considerando che molte persone prendono decisioni in linea con la loro convinzione di fare la cosa giusta (!)

Tuttavia, il cambiamento richiede un impegno diffuso, non solo da parte del settore finanziario, ma anche da parte dei consumatori.

La necessità di comportamenti sostenibili è cruciale per affrontare le sfide attuali e future.

Sebbene il futuro sia incerto a causa di forze strutturali come il cambiamento climatico, i cambiamenti demografici, l’accelerazione tecnologica e i cambiamenti geostrategici, le azioni dei singoli cittadini, aziende e paesi possono contribuire significativamente alla riduzione del rischio globale.

Nonostante le sfide, ci sono ragioni per rimanere ottimisti, poiché le conseguenze delle nostre azioni ci porteranno a conclusioni necessarie e richiederanno azioni politiche essenziali.

La cooperazione globale, sebbene attualmente a bassi livelli, rimane fondamentale per affrontare le sfide globali in modo efficace.

Non credo serva aggiungere altro.