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La rubrica L’Altra Domenica è a cura dello scrittrice e giornalista Enrica Perucchietti e Beatrice Silenzi, direttore responsabile di Fabbrica della Comunicazione.
Caso Giuffrè. L’Ombra dei Potenti: La Verità Postuma
La pubblicazione del libro di memorie postumo di Virginia Giuffre, intitolato “Nobody’s Girl”, riaccende i riflettori su uno degli scandali più torbidi degli ultimi decenni, dimostrando che l’ombra lunga di Jeffrey Epstein e della sua rete di abusi non accenna a dissiparsi.
Uscito a pochi mesi dal suo suicidio, avvenuto nell’aprile di quest’anno in Australia, il libro non è solo il racconto straziante di una vittima, ma un potente atto d’accusa contro un sistema di potere, impunità e corruzione che ha permesso a predatori come Epstein e la sua complice Ghislaine Maxwell di agire indisturbati per anni.
La morte di Giuffre, ufficialmente archiviata come suicidio, è avvolta da un’aura di sospetto, simile a quella che circonda la morte in carcere dello stesso Epstein.
Giuffre aveva dichiarato pubblicamente sui social media che, se le fosse accaduto qualcosa, non sarebbe mai stato per sua mano, alimentando dubbi e teorie su una fine tanto tragica quanto, per alcuni, opportuna. Questo libro, completato poco prima della sua scomparsa, rappresenta la sua ultima, indelebile testimonianza.
Il Principe Andrea di Nuovo nella Tempesta
Al centro delle nuove, sconvolgenti rivelazioni c’è ancora una volta il Principe Andrea, fratello di Re Carlo III.
Giuffre descrive nel dettaglio almeno tre incontri sessuali con il Duca di York, avvenuti tra Londra, New York e l’isola privata di Epstein, Little St. James.
Il primo di questi sarebbe avvenuto quando lei aveva appena 17 anni.
Nel memoir emerge anche il racconto di un’orgia a cui Andrea avrebbe partecipato insieme a lei e ad altre ragazze minorenni.
Le accuse, sempre negate dal Principe, hanno avuto conseguenze devastanti per la sua figura pubblica.
Già nel 2022, per chiudere una causa civile intentata da Giuffre, aveva pagato un accordo extragiudiziale milionario.
In seguito allo scandalo, la Regina Elisabetta II lo aveva privato del trattamento di Altezza Reale in contesti ufficiali e dei suoi gradi militari.
Pochi giorni prima dell’uscita del libro, Andrea ha rinunciato anche al titolo di Duca di York, un gesto visto come un tentativo di arginare l’onda d’urto delle imminenti rivelazioni.
Il libro, però, va oltre, accusando il principe di aver tentato attivamente di insabbiare la vicenda. Giuffre sostiene che Andrea avrebbe fatto ricorso a Scotland Yard per cercare informazioni compromettenti sul suo passato al fine di screditarla.
Questa accusa di ostruzione e intimidazione, se provata, getterebbe un’ombra ancora più cupa sulla sua condotta, mostrando come i potenti possano tentare di usare le istituzioni per proteggersi.
Un Sistema di Abuso e Ricatto
Il caso di Epstein e del Principe Andrea non è un episodio isolato, ma l’emblema di un sistema dove ricchezza e potere garantiscono un’apparente impunità.
Un parallelo inquietante può essere tracciato con la recente vicenda del magnate dell’hip-hop Sean “Diddy” Combs, condannato a circa 50 mesi di carcere per trasporto di persone a fini di prostituzione in violazione del Mann Act.
Anche in questo caso, emergono storie di abusi, sfruttamento e feste sfrenate frequentate da celebrità e politici.
E, come nel caso di Epstein, si profila l’ombra della politica ai massimi livelli.
Il presidente Donald Trump ha confermato che Combs ha richiesto la grazia presidenziale.
Trump, che in passato ha definito Combs un “amico” e “in parte innocente”, si è mostrato indeciso, affermando di voler esaminare la questione.
Questa possibile clemenza ha sollevato un polverone, così come le sue dichiarazioni ambigue sulla possibilità di una grazia anche per Ghislaine Maxwell, la complice di Epstein.
Ciò che collega questi casi è la probabile esistenza di una rete di ricatti. Si sospetta che Epstein, e forse anche Combs, non si limitassero a sfruttare giovani donne, ma filmassero segretamente i loro potenti ospiti per poi poterli ricattare.
Questo spiegherebbe perché così tante figure di spicco, del mondo dello spettacolo e della politica, siano rimaste in silenzio per decenni, terrorizzate all’idea di essere travolte dallo scandalo.
La Psicologia del Predatore
Un aspetto particolarmente odioso di queste vicende è la premeditazione nella scelta delle vittime. Non si trattava di incontri casuali, ma di una vera e propria caccia.
I predatori e i loro complici, come Ghislaine Maxwell, cercavano sistematicamente ragazze giovani e psicologicamente fragili, spesso provenienti da contesti familiari difficili o con storie di abusi alle spalle.
La Maxwell eccelleva nel ruolo della reclutatrice, presentandosi con un volto rassicurante e manipolando le giovani prede con promesse di carriere, guadagni facili e una vita da favola.
Giuffre racconta come Maxwell le avesse descritto l’incontro con il Principe Andrea come una fiaba alla “Cenerentola”, una narrazione perversa che nascondeva un orrore indicibile.
Questa manipolazione psicologica, unita alla vergogna, al senso di colpa e al terrore delle ritorsioni, creava una ragnatela quasi impossibile da cui fuggire.
Questi scandali non mettono a nudo solo la depravazione di pochi, ma interrogano la nostra società nel suo complesso.
La tendenza a minimizzare, a dubitare delle vittime, a insinuare una loro complicità, riflette una perdita di “umana pietas” e di empatia. In un’epoca dominata dal cinismo, diventa facile giudicare senza conoscere l’abisso di manipolazione e violenza in cui queste persone sono state trascinate.
La voce di Virginia Giuffre, ora affidata alle pagine del suo libro, ci costringe a guardare in faccia questa terribile realtà.
È un monito a non dimenticare, a esigere giustizia e a smantellare quelle reti di potere che permettono ai predatori di prosperare nell’ombra.
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