Dopo “I segreti della civiltà megalitica”, l’ing. Felice Vinci – Scrittore – ripropone alcuni dei temi dal lui toccati nel nuovo libro “I segreti di Omero nel Baltico”, soffermandosi con Beatrice Silenzi, Giornalista, specificatamente sulla figura di Ulisse e Penelope ed i fatti che concludono l’Odissea.

Attraverso alcune intuizioni, Vinci ha capito cosa si cela dietro il personaggio di Ulisse.

Il reale scenario dell’Iliade e dell’Odissea è identificabile non nel mar Mediterraneo, il clima sistematicamente freddo e perturbato, le battaglie che proseguono durante la notte, i fiumi che invertono il loro corso, il Peloponneso pianeggiante, eroi biondi intabarrati in pesanti mantelli di lana, isole e popoli introvabili, ma nel nord dell’Europa.

Le saghe che hanno dato origine ai due poemi provengono dal Baltico e dalla Scandinavia, dove nel II millennio a.C. fioriva l’età del bronzo e dove sono tuttora identificabili molti luoghi omerici, fra cui Troia e Itaca.

Queste saghe furono portate in Grecia, in seguito al tracollo dell’”optimum climatico”, dai biondi Achei che nel XVI secolo a.C. migrarono verso sud, passando lungo il corso del fiume Dnepr, e giunsero al mar Nero e da lì al mar Egeo ove fondarono la civiltà micenea.

Essi ricostruirono nel Mediterraneo il loro mondo originario, in cui si erano svolte la guerra di Troia e le altre vicende della mitologia greca, e perpetuarono di generazione in generazione, trasmettendolo poi alle epoche successive, il ricordo dei tempi eroici e delle gesta compiute dai loro antenati nella patria perduta.

La messa per iscritto di questa antichissima tradizione orale, avvenuta in seguito all’introduzione della scrittura alfabetica in Grecia, attorno all’VIII secolo a.C., ha poi portato alla stesura dei due poemi nella forma attuale.

Tutto questo è supportato, secondo Felice Vinci, da moltissime prove.

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