di GIORGIO PANDINI

La Puglia sotto i riflettori del G7 ha svelato non solo grandi poteri, ma anche grandi pretese, trasformando la pacifica campagna in un palcoscenico di bizzarrie degne di un copione hollywoodiano.
Tra delegazioni con sindrome da “quadro domestico” e presidenti dal palato (e dalla suite) fin troppo raffinato, il summit si è rivelato un vero e proprio festival dell’assurdo, lasciando gli autoctoni a chiedersi: ne è valsa davvero la pena?

Sembrava un sogno, l’élite mondiale riunita nella splendida cornice pugliese. Ma dietro le quinte del G7 di Borgo Egnazia, tra un summit e l’altro, si sono consumate scene che farebbero impallidire il più navigato organizzatore di eventi.
Prendiamo come esempio la delegazione africana, dedita all’arte dell’arredamento d’urgenza: notte fonda, suite di una masseria a cinque stelle, e un sospetto “bum, bum, bum” che allerta i carabinieri.
La sorpresa?
Non un complotto internazionale, ma semplicemente la necessità impellente di appendere i ritratti presidenziali. “Tutto regolare, signori,” avranno pensato, “come si fa a vivere senza l’immagine del capo che ti veglia dal muro?”
Questioni di stile, evidentemente.

Poi c’è il caso del Presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan. Si dice che gli sia stata proposta una quindicina di camere con vista mare mozzafiato sul lungomare di Savelletri, in una struttura dove il costo di una singola notte supera di slancio i mille euro.
La risposta?
Un perentorio: “Troppo spartano.”
E così, mentre i carabinieri si chiedevano dove diavolo avrebbero potuto trovare quindici stanze all’altezza delle aspettative turche, il posto veniva prontamente assegnato agli Emirati Arabi, pronti a sborsare una fortuna per ben quindici camere, pur essendo in due.
D’altronde, un po’ di spazio extra non fa mai male, specialmente quando si viaggia leggeri.

E che dire degli indiani, in cerca di felini feroci?
Ore di incomprensioni per un concierge che cercava di decifrare la richiesta di un “bosco e delle tigri”, con riferimenti a matrimoni celebri.
La soluzione?
Lo Zoo Safari di Fasano, ovviamente! Perché, si sa, in Puglia le tigri selvatiche abbondano, specialmente per i matrimoni.

La piccola Ginevra, figlia della Presidente del Consiglio, ha trovato intanto conforto nella compagnia di amiche pugliesi.
Borgo Egnazia, con le sue piscine da Mille e una Notte, pare abbia un limite di intrattenimento per i più giovani.
Per i Kenyoti, invece, il soggiorno al Melograno, una pittoresca masseria tra Monopoli e Alberobello, si è trasformato in un’ossessione per gli ulivi e… il salmone.
Richiesto in quantità industriali, a scapito della fantasia dello chef, che si è trovato a fronteggiare l’insolita combinazione con la consueta umiltà professionale.

A proposito di chef, quello del Melograno ha quasi avuto un collasso nervoso per le richieste culinarie del Presidente argentino Javier Milei.
Accompagnato dalla sorella Karina (pare il suo braccio destro per ogni evenienza, inclusa la dieta), Milei ha optato per carne e verdure locali.
Un semplice hamburger, per la disperazione dello chef, pronto a sbizzarrirsi con le eccellenze del territorio.
E poi ci sono gli arabi, che hanno sfidato ogni logica (e ogni divieto di sicurezza), tuffandosi nelle acque prospicienti la “Peschiera”, quel resort straordinario rifiutato da Erdogan.
D’altronde, con quindici camere a disposizione, un piccolo tuffo non si nega a nessuno.

Morale della favola: per la Puglia, nel breve periodo, il G7 si è rivelato un affare a metà. Primo, perché è stato il “G7 di Borgo Egnazia” e non della Puglia, un toponimo alberghiero che ha oscurato il territorio circostante.
Imprenditori locali, non senza un pizzico di amara ironia, si sono chiesti: “Sarebbe mai esistito un G7 Hilton?”
E poi, i prezzi.
La Presidenza del Consiglio ha calmierato le tariffe delle strutture a cinque stelle a un massimo di 750 euro a notte, in un periodo in cui le stesse camere vengono solitamente affittate al doppio.
Aggiungiamo i turisti in fuga per dieci giorni di assetto quasi militare, e il quadro è completo.
Non proprio un idillio vacanziero quando si hanno tiratori scelti sul tetto del tuo agriturismo: un ospite, saggiamente, ha fatto le valigie e ha salutato la compagnia (un vero peccato, per una terra che meriterebbe ben altra ribalta).