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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.

Quella entrata in vigore il 1 Aprile 2024 è una legge radicale contro l’incitamento all’odio e promette protezione contro minacce e abusi nei confronti delle persone più esposte a discriminazioni. Tuttavia sta anche attirando forti critiche sul fatto che potrebbe avere un effetto dissuasivo sulla libertà di parola.

La legge Hate Crime Act, rafforza la legislazione esistente ed estende il reato di incitamento all’odio, in particolare alle identità trans, per cui viene reso reato penale comunicare o comportarsi in un modo che “una persona ragionevole considererebbe essere minaccioso o offensivo”.

Pena fino a sette anni di reclusione per atti riconosciuti come istigazione ai danni delle minoranze sessuali. Vi si oppone n maniera palese, la scrittrice britannica J.K. Rowling, che dichiara su X scrive: “Arrestatemi”.

Autrice della saga Harry Potter, non sarà indagata dalla polizia per i suoi messaggi polemici, sebbene da anni sia paladina della difesa di una linea distintiva biologica fra donne e uomini, denunciando la nuova legge woke come una minaccia alla libertà di espressione.

In Italia, all’Università di Trento si dichiara lo stop all’uso del maschile anche per le donne e l’ateneo sceglie “il femminile sovraesteso” quando si parla al plurale di un gruppo di persone (eliminando il maschile!).

E non solo: sceglie di usare le cariche declinate al femminile per indicare i ruoli di riferimento, a prescindere da chi li ricopre, con il plauso del rettore – o meglio rettora!! – Flavio Deflorian, che lo ha annunciato a fine marzo con una comunicazione pubblicata sul sito.

Recita l’incipit: “I termini femminili usati in questo testo si riferiscono a tutte le persone“, mentre Deflorian rivendica la decisione di passare al femminile sovraesteso come scelta consapevole per garantire una maggiore rappresentazione: “Hanno scelto quello femminile, anche per mantenere all’attenzione degli organi di governo la questione.
Leggere il documento mi ha colpito. Come uomo mi sono sentito escluso.
Questo mi ha fatto molto riflettere sulla sensazione che possono avere le donne quotidianamente quando non si vedono rappresentate nei documenti ufficiali.
Così ho proposto di dare, almeno in questo importante documento, un segnale di discontinuità. Una decisione che è stata accolta senza obiezioni”.

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