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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Il Punto di Vista è a cura del giornalista e scrittore Massimo – Max – Del Papa che commenta con Beatrice Silenzi – i fatti del momento.
Salute Pubblica e le Ombre del Post-Pandemia
Il racconto personale di Del Papa che lotta con gli strascichi di cure mediche invasive diventa emblematico di un malessere collettivo.
Due anni dopo la fine delle terapie, sintomi come affaticamento cronico e cedimento fisico persistono, alimentando sospetti sulle conseguenze a lungo termine dei protocolli sanitari adottati durante la pandemia.
L’accusa è diretta: le politiche sanitarie imposte avrebbero compromesso la salute di milioni di persone, con effetti collaterali sottovalutati o negati.
La critica si estende all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), accusata di promuovere un “piano pandemico globale” basato su presupposti non verificati, come la cosiddetta “Pandemia X”.
L’obiettivo, secondo questa prospettiva, non sarebbe la prevenzione, ma il controllo attraverso finanziamenti miliardari (8 trilioni di dollari), con governi complicevoli di un sistema che antepone interessi economici alla tutela della vita.
L’Italia, in particolare, viene menzionata per l’astensione dal firmare accordi internazionali, gesto interpretato come resistenza minima a politiche ritenute dannose.
Il Dibattito sui Vaccini e le Responsabilità Politiche
Il tema vaccinale è centrale. Vengono contestate le narrative ufficiali: da un lato, si denuncia l’eccessiva promozione di vaccini senza sufficienti garanzie di sicurezza; dall’altro, si stigmatizza la censura verso terapie alternative come gli antibiotici precoci, sostituiti da protocolli giudicati inefficaci.
Figure pubbliche come virologi e politici sono additate come responsabili di una “strage” derivante da scelte miopi.
Emergono inoltre casi di personaggi pubblici accusati di incoerenza: scienziati prima critici verso i vaccini, poi diventati loro promotori, spesso associati a cambiamenti di posizione politica o a vantaggi personali.
Queste dinamiche alimentano sfiducia, trasformando il dibattito scientifico in un campo di battaglia ideologico, dove accuse di corruzione e disinformazione si intrecciano.
Garlasco: Un Caso Giudiziario tra Errori e Spettacolarizzazione
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco diventa simbolo delle criticità del sistema giudiziario italiano.
A 16 anni dai fatti, la riapertura delle indagini solleva interrogativi su metodi e tempistiche.
L’attenzione si focalizza sulla mancanza di prove definitive (come l’arma del delitto) e sull’uso di elementi fragili, quali una macchia inizialmente scambiata per sangue, poi rivelatasi irrilevante.
Il processo viene descritto come un “teatro giudiziario”, dove indizi labili (dalle presunte connessioni sataniche a video pornografici) vengono amplificati dai media, trasformando un caso di cronaca nera in una narrazione sensazionalistica.
La magistratura è accusata di eccessivo affidamento a tecnologie sofisticate, utili ma non sostitutive di un’indagine solida, e di conflitti interni tra procure, con il rischio di condanne basate su percezioni pubbliche più che su fatti.
Media e la Ricerca dello Scoop a Ogni Costo
Il ruolo dei media è analizzato come parte del problema. L’esempio del TG1, che diffonde notizie non verificate sulla “mano insanguinata” a Garlasco, illustra come l’esigenza di audience possa distorcere la realtà, influenzando l’opinione pubblica e persino le indagini.
Il sensazionalismo trasforma i processi in spettacoli, dove vittime e imputati diventano personaggi di una fiction, privati di umanità.
La critica si estende ai social network, dove la morte di persone vaccinate viene strumentalizzata per alimentare polemiche, con utenti che celebrano presunti “karma” o “giustizia divina”.
Questo fenomeno riflette una desensibilizzazione collettiva, dove la sofferenza diventa intrattenimento, perdendo ogni connotazione etica.
La Crisi della Magistratura e il Fantasma dell’Ingiustizia
Il caso Garlasco non è isolato. Vengono citati altri fallimenti giudiziari (Avetrana, Sara Scazzi, Yara Gambirasio) come sintomi di un sistema in crisi di credibilità.
La tendenza a cercare “colpevoli perfetti” (spesso individui socialmente emarginati) anziché approfondire indagini è denunciata come pratica diffusa.
L’esempio di Olindo e Rosa, condannati per la strage di Erba nonostante dubbi persistenti, evidenzia come pregiudizi e pressioni mediatiche possano oscurare la verità.
La magistratura è accusata di cinismo: da un lato, si perseguono teorie deboli pur di chiudere i casi; dall’altro, si ignorano prove scomode per proteggere carriere o equilibri di potere.
Il risultato è una giustizia percepita come arbitraria, dove l’innocenza o la colpevolezza dipendono da dinamiche esterne al diritto.
Appello alla Pietà Umana in un’Era di Disumanizzazione
La sofferenza di malati cronici, le vittime di errori giudiziari o i familiari di chi è morto post-vaccino vengono ricordati come tragedie che richiedono compassione, non strumentalizzazione.
L’invito è a recuperare un’etica del limite: riconoscere che dietro ogni caso giudiziario, ogni dato sanitario, ci sono persone la cui dignità deve essere preservata.
Le istituzioni sanitarie opache, una giustizia in affanno, media irresponsabili e una società sempre più cinica. La speranza, se esiste, è nella capacità di riportare al centro l’umanità, sostituendo alla ricerca del capro espiatorio o dello scoop l’impegno per verità e giustizia concrete.
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