di GIORGIO PANDINI

Ah, la politica! Quella che un tempo era protagonosta: quando si discuteva di programmi, di riforme, di massimi sistemi.
Oggi, invece, pare basti un attrezzo da giardinaggio, una motosega, bella robusta, s’intende per infiammare le folle e ridefinire un’intera filosofia di governo.
E la motosega diventa il nuovo tormentone del panorama conservatore mondiale, portata in pubblico dal presidente argentino Milei con la stessa nonchalance con cui altri potrebbero esibire un fiore all’occhiello.

Durante la Conservative Political Action Conference (CPAC), Elon Musk, guru di Tesla e X ha ricevuto in dono dal Presidente Milei una motosega rossa.
Musk, con l’aplomb che lo contraddistingue, l’ha agitata in aria, battezzandola senza mezzi termini “una motosega per la burocrazia”. Un’affermazione che, a seconda dei punti di vista, è un colpo di genio o una battuta degna di un film comico di serie B.

Ma da dove viene questa passione per la motosega del presidente?
Durante la sua scalata alla presidenza argentina nel 2023, l’ha brandita in un comizio a La Plata, giurando di “tagliare la casta politica e la spesa pubblica”.
Un gesto che, con un’inflazione da far impallidire, ha trovato invece un pubblico entusiasta, pronto a vedere nell’attrezzo non un pericolo, ma una promessa di riduzione dello Stato.

Al CPAC, il passaggio di consegne della motosega tra Milei e Musk ha fatto il giro del mondo più velocemente di un tweet virale. Il patron di Tesla, fresco di nomina a capo del Dipartimento per l’efficienza del governo (DOGE) – sì, proprio come la criptovaluta, chissà se è un caso – ha accolto il “dono” con la serietà di un bambino davanti a un nuovo giocattolo: l’ha sollevata e fatta roteare, definendola un’arma contro i cavilli burocratici.

Le reazioni?
Come prevedibile, un classico “o la ami o la odi”. Da un lato, i fan sfegatati di entrambi hanno visto un’esplicita dichiarazione di guerra all’establishment. Dall’altro, i critici hanno levato gli scudi, gridando al populismo e alla spettacolarizzazione di una politica che, a quanto pare, si misura in decibel e in attrezzi da ferramenta.

E non finisce qui.
Milei, evidentemente, ha trovato una gallina dalle uova d’oro in questo simbolismo della motosega. Il 21 novembre 2024, durante un incontro bilaterale a Buenos Aires, ha “omaggiato” anche Giorgia Meloni con una statuetta che lo ritrae in giacca, cravatta e lo strumento in braccio.
Un piccolo souvenir che, secondo l’entourage, cementa la “sintonia politica” tra i due leader e la loro comune visione sulla riduzione della spesa pubblica. Meloni, dal canto suo, ha sorriso e Milei ha prontamente postato le foto sui social, per non far mancare al mondo la sua ennesima “motosega-story”.

Se un tempo bastava una penna per firmare leggi e decreti, oggi vince l’oggetto che fa parlare di sé e fore il prossimo passo sarà un martello pneumatico per abbattere le tasse, o una trivella per scovare nuove risorse o un martello, “per darlo in testa a chi non mi va”(con citazione della Pavone!)