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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Approfondimento Stoico è a cura dello scrittore ed antifilosofo Michele Putrino, Don Umberto Rotili e Beatrice Silenzi, direttore responsabile.
La palestra dell’anima: un dialogo tra stoicismo e cattolicesimo
C’è un momento storico, come quello che viviamo oggi, in cui la sete di significato torna a farsi urgente. Il materialismo imperante, che ha promesso felicità in cambio di consumo e connessione digitale, sembra aver lasciato dietro di sé un vuoto di senso, un’inquietudine sottile ma costante.
È da questo terreno che nasce La palestra dell’anima, un ciclo di incontri ideato da don Umberto Rotili, parroco unico di Sassoferrato (Ancona), e da Michele Putrino, studioso e divulgatore di filosofia stoica.
Un’iniziativa che unisce, per la prima volta in modo esplicito, la tradizione del cristianesimo e quella dello stoicismo, due mondi apparentemente distanti ma, come ricordano entrambi gli interlocutori, in realtà profondamente intrecciati.
Lo stoicismo come radice spirituale
Putrino lo spiega con chiarezza: «Non sono due realtà estranee, ma due vie che da sempre viaggiano insieme». Le lettere di San Paolo, per esempio, portano in sé forti echi stoici. Non è un caso: Paolo nacque a Tarso, città che ospitava le scuole del maestro stoico di Augusto.
E poi, secoli dopo, Sant’Ambrogio – grande padre della Chiesa e autore del De Officiis – riprese direttamente Cicerone e la tradizione stoica per formulare le quattro virtù cardinali: prudenza, temperanza, fortezza e giustizia.
Lo stoicismo, in questa chiave, non è una filosofia arida o meramente razionale. È una dottrina mistica, una disciplina dell’anima, una tecnica di riconnessione al divino attraverso la ragione e la virtù.
«Lo stoicismo», dice Putrino, «è una palestra spirituale: insegna all’uomo ad armonizzarsi con il Logos, la ragione universale che tutto ordina e tutto permea. Il suo scopo è ricollegare l’essere umano alla fiamma divina che arde in lui».
Il dialogo con la fede cristiana
Don Umberto Rotili parte da un’altra prospettiva, ma arriva a un punto d’incontro sorprendentemente simile. «All’inizio – racconta – non pensavo ci potesse essere una reale vicinanza tra il cristianesimo e lo stoicismo.
Dopotutto, negli Atti degli Apostoli, gli stoici deridono San Paolo quando egli parla della risurrezione dei morti. Ma credo che oggi i tempi siano maturi per un dialogo nuovo».
Un dialogo che si fonda su una consapevolezza condivisa: l’uomo non è solo materia. La realtà visibile è solo una parte del tutto. «Oggi – osserva don Umberto – l’umanità è pronta per uno scatto spirituale.
Tutti, anche chi non crede, sentono che c’è un “di più” da esplorare. La fede e la filosofia possono incontrarsi proprio qui: nella scoperta della scintilla divina che abita ogni essere umano».
È un ritorno alle origini, anche per la Chiesa, che secondo il sacerdote «deve ritrovare la sua dimensione evangelica, dopo anni di crisi, scandali e allontanamenti dal messaggio autentico di Gesù».
Lo stoicismo, con il suo richiamo alla disciplina interiore, alla misura, alla coerenza tra pensiero e azione, può diventare un alleato prezioso di questo rinnovamento spirituale.
Le virtù cardinali come via comune
La palestra dell’anima – spiega don Umberto – si articola in quattro incontri, ciascuno dedicato a una virtù cardinale. Non a caso: le virtù rappresentano un ponte perfetto tra la tradizione religiosa e quella laica.
«Sono virtù universali – afferma – riconosciute da tutte le culture e le fedi, perché nascono dall’esperienza umana. La prudenza, la temperanza, la fortezza e la giustizia non sono concetti astratti: sono strumenti per migliorare se stessi e la società».
Il percorso si aprirà con la prudenza, «la virtù che indica il cammino e orienta verso il Logos o verso Dio», e proseguirà con la temperanza, la fortezza e la giustizia, esplorate non solo da un punto di vista teologico ma anche umano, psicologico, sportivo e filosofico.
Ogni incontro avrà un ospite d’eccezione:
Don Lorenzo Sena, priore del monastero di San Silvestro Abate e massimo esperto italiano della Regola di San Benedetto, per la prudenza.
Il professor Fabio Migliorini, psicologo e formatore, che rifletterà sulla temperanza come equilibrio vitale e professionale.
Sofia Raffaeli, campionessa mondiale di ginnastica ritmica, che parlerà di fortezza attraverso la sua esperienza di atleta e donna.
Il filosofo Diego Fusaro, che chiuderà il ciclo con una riflessione sulla giustizia, virtù oggi più che mai necessaria.
La metafora della “palestra” non è casuale: come il corpo si allena per diventare forte, così l’anima deve esercitarsi per ritrovare la propria forma originaria.
Putrino lo spiega con una chiarezza disarmante: «Virtù non significa conquistare qualcosa che non abbiamo, ma ritrovare ciò che abbiamo perduto.
L’uomo per natura è virtuoso; quando cade, si allontana dalla propria essenza. La palestra dell’anima serve a rimettersi in forma spiritualmente».
Don Umberto, da parte sua, lega questa visione alla teologia cristiana: «La battaglia del bene contro il male non avverrà in un luogo fisico, ma dentro ciascuno di noi. Le virtù sono le armi della luce: non per distruggere il nemico, ma per renderlo impotente. Non dobbiamo conquistare Dio: dobbiamo riscoprire che Egli è già in noi».
È un messaggio di grande forza simbolica. In un’epoca dominata dall’ego e dall’emotività incontrollata – «il mondo del pathos, direbbe Michele Putrino» – l’invito è quello di ritrovare equilibrio e dominio di sé.
Lo stoico non è freddo o indifferente, ma padrone delle proprie passioni; il cristiano non rinuncia alla vita terrena, ma la vive come servizio, come missione. Entrambi combattono la stessa battaglia: quella contro il caos interiore.
C’è un’immagine, ripresa da entrambi, che sintetizza il cuore di questo dialogo: la scintilla divina. È il punto d’incontro fra il Logos stoico e lo Spirito cristiano.
«Noi siamo parte di Dio – dice Putrino – una sua emanazione. Quando ci armonizziamo con Lui, diventiamo strumenti della sua sinfonia».
E don Umberto aggiunge: «L’uomo è fatto a immagine di Dio. Riscoprire questa scintilla significa dare senso a ciò che facciamo e trovare la forza per migliorarci».
Gli incontri si svolgeranno nella suggestiva chiesa di San Pietro, a Sassoferrato – uno dei borghi più belli d’Italia – nelle serate del 30 ottobre, 20 novembre, 4 dicembre e 22 gennaio.
Un luogo raccolto, lontano dal rumore del mondo, dove il dialogo tra lo stoico e il credente, tra il Logos e il Vangelo, potrà tornare a farsi vivo.
E forse è proprio questo il segreto della palestra dell’anima: amare, cercare, migliorarsi, come esercizio quotidiano di umanità e di fede.
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