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Su Fabbrica della Comunicazione, Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – si occupa della rubrica, “Comunicazione e Dipendenze”, in collaborazione con Studi & Salute Bolgan.
Ospite di questo appuntamento è la life coach Alessandra Vecchi, arte-terapeuta.
Il tradimento nella coppia: dinamiche interiori, responsabilità condivise
Il tradimento di coppia è una delle esperienze più dolorose e complesse che possono verificarsi all’interno di una relazione affettiva.
Non si tratta soltanto di un atto fisico o emotivo compiuto nei confronti del partner, ma spesso rappresenta la manifestazione ultima di una serie di fratture invisibili, latenti e progressivamente crescenti.
L’analisi del tradimento richiede quindi un’attenzione profonda alle dinamiche individuali, interpersonali e culturali che lo sottendono.
Tradimento come scissione interiore
Prima di essere un atto rivolto all’esterno, il tradimento è quasi sempre una rottura interna. Tradire, come sottolinea l’analisi di Alessandra Vecchi, è innanzitutto un gesto rivolto verso se stessi.
Quando una persona è fedele ai propri valori, desideri, emozioni e obiettivi di vita, difficilmente troverà spazio per la menzogna, l’inganno o l’infedeltà.
Il tradimento nasce dunque da una frattura con il proprio mondo interiore, da un’incapacità o indisponibilità a restare coerenti con ciò che si è e si desidera realmente.
Questa dissonanza interiore porta l’individuo a cercare altrove ciò che non trova più – o che forse non ha mai trovato – nella propria relazione primaria.
Ma ciò che si cerca fuori spesso è solo un’illusione di completezza, un tentativo maldestro di colmare vuoti personali e relazionali mai esplorati.
Le radici del tradimento
Le motivazioni che spingono una persona a tradire sono molteplici. Alcuni tradimenti nascono da un’insoddisfazione emotiva, altri da bisogni sessuali non riconosciuti, altri ancora da dinamiche narcisistiche o compulsive.
Esistono anche casi in cui il tradimento si trasforma in uno schema comportamentale ricorrente: i cosiddetti “traditori seriali”, persone incapaci di stabilire legami autentici, che vivono le relazioni come consumi emotivi e che si tradiscono ripetutamente, svuotando di senso ogni possibilità di connessione profonda.
In molte situazioni, le persone coinvolte in un tradimento non si conoscono davvero, o non hanno mai fatto un percorso di esplorazione di sé.
Spesso si arriva a sposarsi o a consolidare una relazione per inerzia, per dovere o convenienza sociale, e non per autentica consapevolezza o desiderio condiviso.
In questi casi, il matrimonio o la convivenza rappresentano il “compimento” di un processo già in crisi, piuttosto che l’inizio di una nuova fase di progetto comune.
La responsabilità è sempre condivisa?
Una delle questioni più controverse riguarda la ripartizione delle responsabilità in caso di tradimento.
C’è chi sostiene che il traditore sia l’unico responsabile e chi, invece, attribuisce responsabilità anche al partner tradito. Secondo Alessandra Vecchi, la verità si situa a metà: entrambi i membri della coppia hanno una parte di responsabilità, seppur in forme diverse.
Ci sono casi in cui uno dei partner presenta tratti narcisistici o disturbi della personalità che lo portano a compiere atti distruttivi, ma anche in queste circostanze l’altro ha la responsabilità di riconoscere i segnali e, se possibile, allontanarsi.
In altri casi, il tradimento può essere il risultato di una lunga catena di atteggiamenti distruttivi, assenze affettive, mancanza di presenza, o svalutazioni continue all’interno della coppia. Tutti questi fattori concorrono a spingere l’altro “fuori dal nido”, come metaforicamente espresso.
Le false giustificazioni e la banalizzazione del dolore
Uno dei problemi più diffusi nella nostra società contemporanea è la tendenza a minimizzare i tradimenti, soprattutto quelli virtuali. Chat su Messenger, conversazioni ambigue sui social, flirt online vengono spesso considerati inoffensivi, se non addirittura “giocosi”.
Eppure, quando questi atti vengono riportati sul piano della realtà, possono produrre ferite tanto gravi quanto quelle di un tradimento fisico.
L’illusione che il virtuale non abbia conseguenze concrete è una trappola. La persona con cui si intrattiene una relazione digitale esiste davvero, ha un’identità, una storia, e soprattutto, incide sul nostro sistema relazionale.
Anche la comunicazione contemporanea, con il suo abuso di emoji, cuoricini e simboli infantilizzanti, contribuisce a creare un terreno fertile per l’ambiguità.
Adulti che si comportano come adolescenti, che comunicano con leggerezza e superficialità, rischiano di compromettere la serietà e la chiarezza dei propri rapporti.
Mandare un cuoricino a un collega può sembrare innocuo, ma in certi contesti relazionali può assumere significati ben più profondi e scatenare reazioni impreviste.
Le famiglie di origine e la trasmissione dei modelli
Molto spesso, la tendenza al tradimento o all’incapacità di mantenere relazioni stabili affonda le sue radici nella storia familiare.
Esistono famiglie che trasmettono modelli relazionali sani, basati sulla cura, la coerenza e il rispetto reciproco.
Ma ci sono anche famiglie che perpetuano schemi disfunzionali di dipendenza affettiva, manipolazione, svalutazione o trascuratezza.
Chi cresce in un ambiente disfunzionale rischia di riprodurre inconsciamente questi modelli, finendo per tradire se stesso e l’altro.
È fondamentale interrogarsi sulle proprie origini, sui modelli interiorizzati, su ciò che si considera “normale” o “accettabile” in una relazione.
Senza questa consapevolezza, si rischia di muoversi nelle relazioni con una bussola emotiva distorta.
Il tradimento emotivo e la fine della progettualità
Il tradimento fisico, spesso considerato il più grave, rappresenta in realtà la punta dell’iceberg.
Prima di arrivare a consumare un atto concreto, molte relazioni hanno già subito tradimenti emotivi, psicologici, progettuali. Quando si smette di investire nel rapporto, di condividere sogni, obiettivi, visioni del futuro, si è già entrati in una fase di disgregazione.
Anche in assenza di un’altra persona, questa disconnessione interiore ed emotiva rappresenta una forma di tradimento silenzioso ma potente.
Tradire per noia, paura o abitudine
Un altro aspetto da considerare è la frequente tendenza a restare in relazioni che non funzionano più, per paura del cambiamento, per il peso sociale, per i figli o per abitudine.
Questo immobilismo, a lungo andare, genera frustrazione e insoddisfazione, che possono facilmente sfociare in un tradimento.
In questo senso, tradire diventa una via d’uscita, una rottura che prende forma non per desiderio, ma per mancanza di alternative percepite.
Attribuire ai figli la responsabilità di una relazione infelice è estremamente pericoloso. I figli non sono mai la causa né la giustificazione dei fallimenti coniugali.
È fondamentale non scaricare su di loro il peso delle proprie scelte non compiute o dei compromessi forzati.
La possibilità di perdono e ricostruzione
Di fronte a un tradimento, la domanda che sorge spontanea è se la coppia possa ancora avere un futuro. Alcuni esperti sostengono che sia possibile, a patto che entrambi i partner siano disposti a fare un lavoro profondo di ricostruzione.
Come sottolineato, si tratta di un percorso estremamente faticoso, lungo e non privo di nuove sofferenze.
La fiducia, una volta spezzata, non torna mai esattamente com’era prima. Si può perdonare, ma non dimenticare. Si può andare avanti, ma non tornare indietro.
In molti casi, la scelta più sana è quella di perdonare per sé stessi, per liberarsi dal rancore, ma decidere di allontanarsi definitivamente.
Il perdono, infatti, non implica necessariamente la riconciliazione. Significa riconoscere l’accaduto, assumere la propria parte di responsabilità, ma anche scegliere di tutelare la propria integrità e dignità.
Il “noi” come spazio condiviso
Una relazione autentica non è fatta solo di due individualità, ma anche di un “noi” che funge da contenitore di esperienze, progetti, emozioni.
Questo “noi” è uno spazio sacro, che va curato, alimentato, protetto. Ogni gesto, ogni parola, ogni scelta compiuta all’interno della relazione ha un impatto su questo spazio condiviso.
Tradire significa dunque infrangere anche questo contenitore, incrinare l’investimento reciproco che ha permesso alla relazione di crescere.
Per questo motivo, il tradimento non può essere considerato un atto isolato, ma va sempre compreso come parte di una dinamica più ampia e complessa.
L’amore vero richiede presenza, coerenza, rispetto e una profonda fiducia non solo nell’altro, ma anche in ciò che si è costruito insieme.
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