Quella che viene presentato come un’occasione d’oro per ottenere qualcosa di buono dalla crisi che stiamo vivendo, in realtà cela numerosissime insidie e viene chiamato Il Grande Reset, o The Great Reset.

Enrica Perucchietti – Scrittrice – ospite di Beatrice Silenzi – Giornalista – esamina nel dettaglio l’intero programma, scritto dal principale promotore, il prof. Klaus Schwab – Presidente del World Economic Forum.

Partendo dal concetto di Green Economy e dalla Decarbonizzazione (unico risvolto positivo, secondo la Perucchietti), si vogliono, invece, favorire nuove realtà, capaci di mutare radicalmente il mondo e la società attuali.

Misure liberticide, sorveglianza tecnologica, censura, digitalizzazione e biopotere.

In linea con il “capitalismo dei disastri” che sfrutta momenti di crisi e shock globali, per le élite mondialiste l’emergenza sanitaria è vista come un’occasione per avviare la promozione di un’agenda globale, nota come Great Reset, volta a ristrutturare l’economia mondiale secondo linee specifiche.

Globalizzazione, digitalizzazione, automazione, transumanesimo, veri e propri stravolgimenti della società da collegare ad un utilizzo e ad una strumentalizzazione sistematica della pandemia come opportunità per introdurre misure liberticide e puntare alla legittimazione morale di un’agenda globale nota come Grande Reset.

Un processo che sta andando avanti da molti anni ed ora c’è l’accelerata finale.

Un autentico stravolgimento radicale sotto ogni punto di vista: da quello economico a quello lavorativo, da quello sociale a quello antropologico.

Si sta andando sempre di più in una direzione post umana, incamminandoci verso una profonda rifeudalizzazione della società.  

Il transumanesimo è un movimento culturale che tende all’evoluzione dell’umanità attraverso la scienza e la tecnologia, quindi tramite processi prettamente meccanici.

L’uomo viene equiparato ad un macchinario da aggiornare, potenziandolo e arrivando addirittura all’ibridazione con le macchine.

I segnali ci sono e sono tantissimi. Già la stessa visione che sottintende all’ideologia gender, apre ad una concezione sempre più liquida del genere umano, concepito come un qualcosa che si può facilmente rimodellare.

Ma ci sono anche tutta una serie di ricerche e di progetti portati avanti da aziende tecnologiche molto note e all’avanguardia che tendono a creare dei chip neurali da immettere nel cervello per collegare la mente umana alle macchine.

Così come esistono progetti per la creazione di uteri artificiali in cui far nascere le future generazioni.

Il fatto che molte di queste ricerche vengano tenute segrete sta a dimostrare il tentativo di addormentare l’opinione pubblica affinché non comprenda la gravità di ciò che si sta preparando.

Quando poi certe notizie trapelano, ecco che vengono immediatamente annichilite con la propaganda e bollate come fake news, o debitamente manipolate e confezionate in modo tale da ottenere una legittimazione morale.

La speranza è che i cittadini possano riassumere un pensiero critico, attraverso la ricerca di informazioni alternative rispetto al terrorismo mediatico dominante, e possano liberarsi di una certa passività che li spinge ad essere troppo spesso spettatori di un destino deciso da altri sulle loro teste.

Soprattutto nell’ultimo anno è apparso evidente come il sistema mediatico tradizionale si sia completamente omologato, senza una minima visione critica o distaccata rispetto alla propaganda.

Da qui quindi tutti i tentativi di delegittimazione verso chiunque osi esprimere una visione differente, attraverso l’utilizzo di termini come fake news, complottista, negazionista, terrapiattista e via dicendo.

Ma la migliore difesa sta proprio nel capire l’inganno e non caderne vittime, reagendo attraverso lo sviluppo di un pensiero critico opposto all’omologazione globale.

E questo può avvenire soltanto facendo emergere ogni forma di informazione alternativa.