Clicca per guardare il video
Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Approfondimento Stoico è a cura dello scrittore ed antifilosofo Michele Putrino e Beatrice Silenzi, direttore responsabile.
Tu non sei Dio: riflessioni stoiche per un tempo fragile
Uno dei primi temi toccati da Putrino riguarda la paura. “La paura rende stupidi”, afferma con la chiarezza tipica dello stile stoico. Non si tratta di un’esagerazione retorica: chiunque abbia sperimentato uno stato di timore sa bene come l’ansia possa paralizzare, privandoci della capacità di valutare lucidamente la realtà.
Il riferimento al Logos, la ragione universale che per gli stoici permea l’intero cosmo, è centrale.
Essere umani significa saper usare la ragione; ma se ci lasciamo dominare dal timore, ci separiamo da quella grande intelligenza che regola l’universo. È allora che smettiamo di pensare con chiarezza e ci chiudiamo “in un guscio”.
La pandemia ha dimostrato quanto le società contemporanee siano vulnerabili a questo meccanismo. Nonostante le riflessioni di filosofi come Seneca siano giunte fino a noi da duemila anni, la lezione non è stata appresa: la paura collettiva ha reso le comunità più fragili, più inclini alla chiusura e alla diffidenza reciproca.
La paura come nemico della ragione
Seneca ammoniva: “Il timore è segno di schiavitù”. Putrino sottolinea come la lotta contro l’emotività non sia una conquista definitiva, bensì un impegno quotidiano.
Lo paragona alla lotta contro la forza di gravità: ogni giorno ci solleviamo, camminiamo, resistiamo a ciò che ci trascina in basso.
Allo stesso modo, sul piano spirituale, dobbiamo resistere al peso delle emozioni negative che minacciano di dominarci.
Lo stoicismo, spiega, è “palestra dello spirito” e “ospedale per l’anima”: richiede allenamento costante, disciplina e continuità. Non basta aver capito una volta per tutte che la paura è dannosa. Serve un esercizio quotidiano che ci aiuti a rimanere saldi anche nei momenti difficili.
A chi chiede se la filosofia stoica sia incompatibile con la religione cristiana, Putrino risponde con decisione: non esiste contraddizione. Anzi, la tradizione cristiana delle origini ha attinto a piene mani dai principi stoici per trasmettere i propri valori. Lo stoicismo non è una fede che pretende esclusività, ma un sistema filosofico che può dialogare con altre tradizioni e rafforzare percorsi spirituali diversi.
Tu non sei Dio
Il cuore della riflessione si concentra su un aforisma di Epitteto: “Non sei nato quando tu hai voluto, ma quando il mondo ha avuto bisogno di te”. Un pensiero che contrasta radicalmente con alcune correnti del pensiero New Age, secondo le quali l’anima sceglierebbe corpo, tempo e circostanze della propria nascita.
Per Putrino, questa visione è ingannevole: “Tu non sei Dio”. L’universo precede l’individuo, e non viceversa. La centralità assoluta dell’ego, oggi esaltata in molte mode spirituali occidentali, rischia di essere una droga che gonfia l’autopercezione ma alla lunga distrugge l’equilibrio interiore.
La filosofia stoica ribalta questa prospettiva: l’uomo non è il centro del cosmo, bensì un frammento dell’ordine universale.
È proprio accettando questa dimensione di piccolezza e funzionalità che possiamo liberarci dall’angoscia e dalla paura. Sentirsi parte di un tutto più grande non diminuisce il nostro valore, anzi ci restituisce un senso e una collocazione che ci rende più forti.
Dominare se stessi nelle piccole cose apre la strada a un’autentica padronanza di sé nelle sfide più grandi.
Molti precetti stoici coincidono con il buon senso dei nostri nonni. Eppure, nella società contemporanea dominata dall’edonismo e dal consumismo, abbiamo dimenticato questa saggezza elementare. Il Novecento, spiega Putrino, è stato segnato dalla ricerca del piacere e dall’esaltazione delle emozioni. Le emozioni, un tempo considerate pericolose se non dosate con attenzione, sono state trasformate in un mito da inseguire a ogni costo.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ansia, depressione, fragilità psicologica, dipendenza crescente da psicofarmaci. L’illusione di essere “padroni del mondo” ha portato a un progressivo sradicamento dalla realtà. Solo ritrovando equilibrio e disciplina possiamo ricostruire una vita più serena.
L’allenamento della temperanza
Lo stoicismo non si limita a proporre riflessioni teoriche: offre esercizi concreti per allenare la virtù. Putrino ricorda una pratica suggerita da Epitteto: in una giornata calda, prendere in bocca dell’acqua senza berla e sputarla, resistendo alla tentazione di dissetarsi subito. Una piccola prova che allena la temperanza, ossia la capacità di dominare impulsi e desideri immediati.
Come nello sport, l’allenamento spirituale deve essere progressivo. Non serve infliggersi sacrifici estremi: basta cominciare da piccole prove di autocontrollo, che gradualmente rafforzano la nostra capacità di gestire emozioni più complesse.
Il video pubblicato è di proprietà di (o concesso da terzi in uso a) FABBRICA DELLA COMUNICAZIONE.
E’ vietato scaricare, modificare e ridistribuire il video se non PREVIA autorizzazione scritta e richiesta a info@fcom.it.