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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Approfondimento Stoico è a cura dello scrittore ed antifilosofo Michele Putrino e Beatrice Silenzi, direttore responsabile.

La Chiesa Cattolica tra Progressismo, Conservatorismo e la Ricerca di una Spiritualità Comune

Il pontificato di Papa Francesco ha segnato un’epoca di profonde trasformazioni e divisioni all’interno della Chiesa Cattolica, riaccendendo dibattiti teologici, politici e sociali.
La sua figura, definita progressista da alcuni e controversa da altri, ha polarizzato il mondo cattolico, sollevando interrogativi sul futuro dell’istituzione ecclesiastica.

La morte ipotetica di Bergoglio, in questo contesto, rappresenta un momento simbolico per riflettere sulle sfide che attendono la Chiesa: dalla gestione delle sue correnti interne al rapporto con una società globalizzata e sempre più secolarizzata.

Bergoglio e Ratzinger: Due Pontificati agli Antipodi

Papa Francesco ha incarnato una visione della Chiesa orientata all’apertura, al dialogo interreligioso e a una maggiore attenzione alle tematiche sociali, come la povertà, l’ecologia e l’accoglienza dei migranti.
Questa linea, definita da molti “globalista”, ha suscitato consensi ma anche aspre critiche, soprattutto tra i tradizionalisti, che vi hanno visto un allontanamento dalla dottrina cattolica consolidata.

Al contrario, Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) ha rappresentato una continuità con l’approccio tomista-aristotelico, basato sul rigore dottrinale, la centralità del dogma e una lettura conservatrice dei testi sacri.

Entrambi i pontificati, tuttavia, appaiono oggi come espressioni di un’epoca conclusa. La linea ratzingeriana, pur radicata nella tradizione filosofica di San Tommaso d’Aquino, ha mostrato i suoi limiti nel dialogare con le nuove generazioni, sempre più distanti da una visione dogmatica e gerarchica della fede.
Allo stesso modo, il progressismo di Bergoglio, pur avendo rinnovato l’immagine pubblica della Chiesa, non è riuscito a ricucire le fratture interne, alimentando invece tensioni tra fazioni contrapposte.

L’Eclettismo della Chiesa: Una Forza e una Debolezza

La Chiesa Cattolica, per sua natura millenaria, è un’istituzione eclettica: al suo interno convivono scuole di pensiero, tradizioni liturgiche e interpretazioni teologiche diversificate, frutto di secoli di storia e contaminazioni culturali.
Questo pluralismo, se da un lato ha garantito resilienza e adattabilità, dall’altro rischia oggi di frammentare l’unità del messaggio cristiano.

La polarizzazione tra “conservatori” e “progressisti” è amplificata dai social media, dove le posizioni estreme tendono a prevalere, trasformando il dibattito teologico in una contrapposizione ideologica simile a una partita di calcio.

Tale dinamica, come sottolineato da Michele Putrino, rischia di svilire la missione spirituale della Chiesa, riducendola a una competizione tra fazioni. L’eclettismo, dunque, diventa un’arma a doppio taglio: se non governato da una visione unificante, può condurre all’autodistruzione.

Spiritualità Collettiva: Il Cuore della Sopravvivenza della Chiesa

Nonostante le divisioni, la forza della Chiesa risiede nella sua capacità di offrire una spiritualità collettiva.
L’essere umano, come evidenziato nel dialogo con Putrino, ha un bisogno innato di trascendenza e di ritualità condivisa.
I riti, le preghiere comuni e il senso di appartenenza a una comunità sono elementi che elevano l’individuo oltre la materialità, connettendolo a una dimensione superiore.

Tale spiritualità, però, non può limitarsi a essere un insieme di pratiche estrinseche. Deve radicarsi in un’etica condivisa, capace di parlare alle sfide contemporanee: dalla crisi ecologica alle disuguaglianze globali.
È qui che emerge il paradosso del pontificato di Francesco: mentre da un lato ha cercato di rinnovare l’impegno sociale della Chiesa, dall’altro ha faticato a proporre una sintesi teologica in grado di unire le diverse anime cattoliche.

Globalizzazione e Sfide Dottrinali

La globalizzazione ha reso inevitabile il confronto con culture e religioni diverse, mettendo in discussione l’universalismo cattolico.
Bergoglio ha risposto a questa sfida con gesti simbolici, come l’incontro con il leader sciita Al-Tayyeb o la difesa dei diritti dei popoli indigeni, interpretati dai critici come un cedimento al relativismo religioso. Tali aperture, però, trovano un precedente nel Vangelo stesso, dove Gesù si rivolge ai pagani e ai marginalizzati, superando i confini etnici e religiosi del suo tempo.

Il problema, dunque, non è l’apertura in sé, ma la mancanza di un quadro dottrinale chiaro che la sostenga.
Senza una base teologica solida, ogni gesto rischia di apparire come un compromesso opportunistico, alimentando le divisioni invece di sanarle.

Lo Stoicismo: Una Proposta per Ritrovare l’Unità

Una possibile via d’uscita da questa impasse potrebbe risiedere nel recupero dello stoicismo, filosofia che ha profondamente influenzato il pensiero cristiano.
Autori come Cicerone e Seneca hanno ispirato padri della Chiesa come Sant’Ambrogio, contribuendo a definire concetti chiave come le virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) e l’idea di un Dio immanente, presente nella razionalità del cosmo.

Lo stoicismo offre un linguaggio universale, in grado di trascendere le divisioni tra correnti cattoliche. Esso enfatizza l’autodisciplina, la ricerca della virtù e l’armonia con un ordine superiore, temi che risuonano tanto nella tradizione tomista quanto in quella più progressista.
Inoltre, il suo focus sulla ragione e sulla dignità umana potrebbe aiutare la Chiesa a dialogare con una società secolarizzata, senza rinunciare alla sua identità.

Le Lezioni della Storia: Giovanni Paolo II e il Ruolo del Carisma

Un esempio di sintesi tra tradizione e modernità è rappresentato da Giovanni Paolo II. Pur essendo un conservatore in materia dottrinale, seppe coniugare il rigore teologico con un’umanità che lo rese amato anche dai non credenti.
La sua capacità di comunicare con i giovani, attraverso eventi come le Giornate Mondiali della Gioventù, dimostrò che la Chiesa può rinnovarsi senza tradire i suoi principi.

Tuttavia, come osservato da Putrino, anche questo modello appare oggi superato. La globalizzazione e l’accesso illimitato all’informazione richiedono un approccio più complesso, che non può affidarsi solo al carisma di un singolo pontefice.

Il Bivio Attuale: Autodistruzione o Rinascita

La Chiesa si trova oggi di fronte a un bivio esistenziale. Da un lato, potrebbe persistere nella frammentazione interna, alimentando divisioni che ne minano l’autorità morale. Dall’altro, potrebbe abbracciare una visione più universale, fondata su quei principi etici condivisi che attraversano le culture e le epoche.

Per evitare l’autodistruzione, è necessario recuperare il “minimo comune denominatore” della spiritualità cattolica: l’idea che l’uomo, attraverso la ragione e la virtù, possa elevarsi al di sopra degli istinti primordiali, collaborando con i suoi simili nella costruzione di un bene comune. Questo non significa annacquare la dottrina, ma rileggerla alla luce delle sfide contemporanee, trovando nella storia millenaria della Chiesa gli strumenti per parlare al presente.

Oltre le Divisioni, verso una Spiritualità Adulta

Il futuro della Chiesa dipende dalla sua capacità di trascendere le contrapposizioni tra progressisti e conservatori, riscoprendo il nucleo essenziale del messaggio cristiano: un invito alla conversione interiore, alla giustizia sociale e alla comunione con il divino. In questa prospettiva, lo stoicismo non è un’alternativa al cattolicesimo, ma una risorsa per ritrovare coerenza e unità.

Come insegnano sia i filosofi antichi sia i padri della Chiesa, la vera spiritualità non è adesione a un rito o a una fazione, ma impegno quotidiano a vivere con virtù, dignità e rispetto per l’altro. Solo abbracciando questa visione matura e inclusiva, la Chiesa potrà continuare a essere un faro per l’umanità nel terzo millennio.

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