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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica Pillole di ExtraMondo è a cura del blogger Enrico Pietra qui con Don Luciano Condina.

Il clamore mediatico generatosi dopo la scomparsa di Giulia Cecchettin e il ritrovamento del suo cadavere, ha occupato i palinsesti televisivi e i giornali in modo abnorme, invasivo, ipertrofico.

Tutto ciò non è avvenuto per altri casi di femminicidio avvenuti anche solo quest’anno e, tutto ciò, ricorda la risonanza di altri delitti ascrivibili alla categoria (piuttosto subdola) degli “omicidi mediatici”.

Al di là delle dinamiche dell’evento, del movente e del colpevole del delitto, Don Luciano Condina parla delle possibili conseguenze, soprattutto educative di questo clangore.

Tira nelle piazze una brutta aria, da caccia alle streghe e ancora una volta assistiamo alla divisione della massa: questa volta la contrapposizione è tra sesso maschile e femminile – cosa che sembrerebbe minare le fondamenta antropologiche stesse dell’essere umano.

Si parla quindi di educazione affettiva da inserire nelle scuole (e anche qui il sospetto è che si vogliano veicolare messaggi carichi di ideologia che ben poco di affettivo sembrerebbero possedere!).

Sembra vi sia la funzione di instillare certi principi “gender” nelle menti dei ragazzi fin dalla più tenera età.

Gli esempi, ancora prima che il fantomatico “Piano Valditara” venga strutturato e approvato, sono già sotto gli occhi di chi frequenta come docente plessi scolastici e scuole secondarie di primo e secondo grado.

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