Ad un anno dall’inizio della pandemia Beatrice Silenzi – Giornalista – torna ad intervistare il Dott. Fabio Franchi, autore del libro “La catastrofe provocata dal virus che non c’è”.

Si deve accettare la teoria virale?
Quali cure sono da adottare?

Il vaccino – prontamente immesso nel mercato – è davvero efficace e sicuro per l’individuo e nella prevenzione dalla Covid?

Chi è Franchi. È stato per decenni dirigente medico agli Ospedali Riuniti di Trieste. È specializzato in Igiene, Medicina Preventiva e Malattie infettive.

Il virus è un’entità ben precisa, non ha solo il codice genetico ma pure un particolare involucro. La sua esistenza va provata. Per ragionare scientificamente occorre partire da dati veri altrimenti le conclusioni rischiano di essere false.

L’isolamento virale è stato standardizzato negli anni ‘70, all’Istituto Pasteur di Parigi, vi sono procedure specifiche da seguire e ciò non è stato fatto.

C’è un presunto isolamento. Quello che è mostrato è un isolamento virtuale, elaborato al computer partendo da una ipotetica sequenza di nucleotidi.

Manca il primo passaggio, la prova che la catena nucleotidica appartenesse a un nuovo virus, separato e purificato da altro materiale in quantità adeguate per poter essere studiato.

Il programma del computer elabora milioni di sequenze partendo dalla combinazione di piccoli segmenti, ritrovati nel materiale eterogeneo sotto esame, con lavoro di taglia e cuci.

Se tra le varie combinazioni ipotizzate trova quella desiderata, allora conclude per l’identificazione di un virus intero.

Isolamento a parte, i fatti hanno dimostrato che ho ragione in ogni altro aspetto, compreso quello epidemiologico. Non c’è necessità di alcun nuovo virus per spiegare tutto.

L’ipotesi del virus ingegnerizzato e poi liberato al momento opportuno decade. Pochi sanno che il 50% circa delle polmoniti interstiziali definite Covid era negativo al test molecolare PCR, a Wuhan come in Italia.

Perfino Fabrizio Pregliasco lo ha ammesso in un’intervista e in una pubblicazione scientifica. Un test positivo non è necessario né sufficiente per la ‘nuova’ infezione respiratoria acuta grave.

Le polmoniti, come le influenze, non sono provocate da un unico microorganismo.

Le sindromi influenzali sono determinate da almeno 200 agenti conosciuti. L’influenza vera (quella per la quale viene preparato un vaccino annuale) rende ragione solo dell’11% circa delle sindromi influenzali.

Per una grossa quota di queste ultime non si riesce ad accertare la causa. Inoltre bisogna tener ben presente che “COVID” è un termine che induce confusione, infatti può essere di tutto.

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Podcast

Il virus della Covid è mai stato isolato? Storia di una Catastrofe sanitaria.

di Dott. Franchi - Medico, infettivologo e specialista in Igiene e Medicina preventiva