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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Libero Pensiero è cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile, qui con Gianluca Marletta.
Mentre i notiziari quotidiani ci bombardano con immagini di conflitto e narrative semplificate, il complesso scacchiere del Medio Oriente viene spesso ridotto a una formula fuorviante: uno scontro inevitabile tra l’Occidente e il mondo islamico.
Questa visione è non solo semplicistica, ma profondamente errata. In una recente e approfondita analisi, Marletta smonta il “luogo comune delle persone meno informate” per svelare una partita geopolitica molto più calcolata, strategica e spietata, il cui obiettivo finale non è la difesa di una civiltà, ma la creazione di un nuovo ordine mondiale egemonico.
Il vero obiettivo non è una guerra all’Islam, ma la disintegrazione strategica dell’Iran e della sua sfera d’influenza. Tutto ciò a cui stiamo assistendo, dalla destabilizzazione della Siria al conflitto a Gaza, non è una serie di eventi casuali, ma una sequenza di mosse ponderate per isolare e indebolire Teheran, preparando il terreno per un nuovo assetto di potere globale.
Smantellare il Mito dello Scontro di Civiltà
Il primo passo per “fare chiarezza”, come sottolinea l’intervistatrice Beatrice, è abbandonare l’idea di un fronte islamico unito contro un blocco “anglo-sionista”. “Nulla di tutto questo”, dichiara Marletta. La prova più lampante di questa realtà è l’espansione degli Accordi di Abramo.
Nati sotto l’amministrazione Trump, questi patti mirano a normalizzare le relazioni tra Israele e le nazioni arabe. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di un’iniziativa fallita, ma di un progetto in piena espansione.
“Persino il Libano e la Siria”, rivela Marletta, “hanno chiesto ufficialmente di entrare a far parte degli Accordi di Abramo in questi ultimi giorni”. Questo dato è sconvolgente perché dimostra che persino nazioni storicamente ostili a Israele stanno scegliendo di allinearsi a un nuovo asse.
Gran parte del mondo arabo-islamico, in particolare quello sunnita, è già de facto schierato con l’Occidente. I paesi del Golfo come l’Arabia Saudita, il Qatar, gli Emirati, ma anche il Marocco e lo stesso Egitto, pur mantenendo una facciata di condanna pubblica verso le azioni di Israele per placare le proprie opinioni pubbliche, agiscono in realtà come partner strategici. “Sono tutte chiacchiere”, commenta Marletta, riferendosi alle dichiarazioni ufficiali. La realtà è che l’élite di queste nazioni ha già scelto da che parte stare.
La Metodica Disintegrazione dei Proxy Iraniani
Se l’obiettivo è l’Iran, la strategia per raggiungerlo è quella di smantellare, pezzo per pezzo, la sua rete di alleati e milizie proxy. Israele, con il pieno supporto dell’Occidente, sta agendo come il braccio armato di questa operazione.
Negli ultimi anni e mesi, abbiamo assistito a una campagna capillare:
▪️ Il Libano e Hezbollah: Hezbollah, il potente alleato sciita dell’Iran in Libano, è stato sistematicamente indebolito. L’operazione militare israeliana è stata precisa e mirata a erodere la sua capacità offensiva.
▪️La Siria: Un tempo considerata una “colonia russo-iraniana”, la Siria è stata trasformata. Attraverso il supporto a milizie jihadiste o ex-jihadiste (riciclate da gruppi come ISIS e Al-Qaeda), il regime di Bashar al-Assad è stato destabilizzato a tal punto che oggi anche la Siria guarda verso l’Occidente e gli Accordi di Abramo.
▪️Il Conflitto a Gaza: Secondo l’analisi di Marletta, l’attuale guerra a Gaza può essere interpretata come una “trappola” strategica. Lo scopo non era solo sconfiggere Hamas, ma attirare l’Iran in uno scontro diretto o, in alternativa, dimostrare la sua incapacità di difendere i propri alleati, minandone così la credibilità e il prestigio nella regione.
Il Nuovo Blocco di Potere: Un “Mostro a Tre Teste”
Chi sta orchestrando questa complessa operazione? Marletta la definisce una nuova e formidabile alleanza, un “mostro a tre teste”:
▪️L’Occidente Anglo-Americano: Il cervello strategico e il principale sponsor finanziario e militare.
▪️Israele: L’attore militare più avanzato e diretto esecutore della strategia sul campo.
▪️Il Mondo Arabo Sunnita a guida Saudita: Il partner regionale, la cui ideologia Wahhabita, un tempo considerata eretica da gran parte dell’Islam, si è rivelata funzionale agli interessi occidentali.
Questa alleanza, apparentemente controintuitiva, ha radici storiche profonde. Dopo la Prima Guerra Mondiale, furono gli inglesi a sponsorizzare la famiglia Saud per rovesciare l’Impero Ottomano.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti subentrarono alla Gran Bretagna, stringendo un patto di ferro con la monarchia saudita.
La Partita Globale: Perché il Medio Oriente è il Centro del Mondo
La Posizione Geopolitica e la “Via del Cotone”. Il Medio Oriente è il crocevia geografico tra Asia, Europa e Africa. Chi lo controlla, controlla le principali rotte commerciali.
In questo contesto si inserisce la “Via del Cotone”, un progetto strategico americano pensato come alternativa diretta alla “Via della Seta” cinese. Questa nuova rotta mira a collegare il Mediterraneo all’India, tagliando completamente fuori Russia e Cina e consolidando un corridoio commerciale sotto l’egemonia occidentale.
L’Egemonia Energetica: Il “Benzinaio del Mondo”. La regione produce circa il 40% degli idrocarburi mondiali. Chi controlla il “benzinaio del mondo” ha in mano le leve dell’economia globale.
Può decidere chi riceve energia e a quale prezzo, esercitando una pressione immensa su potenze industriali come la Cina, che importa quasi la metà del suo petrolio proprio dal Medio Oriente.
Il Dominio Culturale e le Profezie Escatologiche. Questo è l’aspetto più inquietante e meno discusso. Il Medio Oriente è il cuore religioso per ebrei, cristiani e musulmani, ovvero il 70 per cento della popolazione mondiale.
Secondo Marletta, nelle élite che guidano questa trasformazione, in particolare nell’ala evangelica e cristiano-sionista molto influente negli Stati Uniti, esiste una visione escatologica.
La “Teologia della Prosperità” vede il successo economico e militare come un segno della benedizione divina. In questa ottica, la ricostruzione di un “Grande Israele” che domini la regione non è solo un obiettivo geopolitico, ma il compimento di una profezia necessaria per accelerare la fine dei tempi e il ritorno del Messia. Interessi economici, strategici e religiosi si fondono così in un unico, potentissimo motore.
Un’Opposizione Inefficace e l’Irrilevanza Europea. Di fronte a un progetto così vasto e determinato, chi si oppone?
I BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), spesso citati come un potenziale contrappeso, vengono liquidati da Marletta come un’alleanza debole.
“I grandi imperi hanno bisogno anche di grandi idee”, afferma. I BRICS mancano di un’ideologia comune e di una volontà di potenza unificata. È impensabile, per esempio, che l’India o il Brasile entrino in guerra contro l’Occidente.
E l’Europa? La sua posizione è tragica. Marletta la descrive come una realtà “periferica, marginale, demograficamente asfittica e destinata all’estinzione”. Priva di una visione, di un progetto e persino di una “ragione per vivere” al di fuori del consumismo — “viviamo per l’Aperispritz e una settimana di vacanza” — l’Europa non può fare altro che accodarsi alle decisioni prese altrove.
Il suo ruolo, nel migliore dei casi, sarà quello di contenere una Russia sempre più isolata, finanziando guerre per procura come quella in Ucraina.
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