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Su Fabbrica della Comunicazione la rubrica Dimensione Arte è cura di Giorgio Pandini – musicista e blogger – qui per raccontare la vita e l’opera di Vincent Van Gogh.

Van Gogh è uno dei pittori più celebri della storia dell’arte, noto per il suo stile ed opere che sono divenute iconiche, create nel corso della sua breve, ma intensa carriera.
La sua vita tumultuosa e la tragica fine hanno aggiunto profondità alla leggenda.

Vincent nasce il 30 marzo 1853 a Zundert, nei Paesi Bassi, chiamato come un fratello morto un anno prima di lui, come una sorta di sinistro presagio.

A causa delle sue prestazioni scolastiche scadenti, a sedici anni, viene mandato a lavorare in una casa d’arte internazionale all’Aia, lavoro che gli permette di stringere un legame ancora più stretto con il fratello minore Theo, con cui inizia una corrispondenza epistolare che sarebbe diventata preziosa per gli studiosi d’arte.

Il lavoro di Vincent lo porta in molte città europee, tra cui Londra e Parigi, dove ha l’opportunità di esplorare musei, ma creandogli alcune difficoltà in ambito amoroso.

Anni che hanno visto i primi segnali della personalità e passionalità che sarebbero emerse nelle sue opere.

Per un po’ di tempo Vincent abbraccia la carriera di insegnante e predicatore e, nel 1881, dopo un tentato matrimonio, inizia a concentrarsi seriamente sull’arte, incoraggiato dal fratello Theo che gli fornisce la parte didattica.

L’anno successivo segna l’inizio di una relazione travagliata con Clasina Hoornik, soprannominata Sien, una prostituta che Vincent decide di aiutare contro il parere della sua famiglia.

Il 1886 lo porta a Parigi, dove entra in contatto con artisti importanti, iniziando a sviluppare uno stile artistico suo. Distintivo.
Successivamente, si trasferisce in Provenza, dove dipinge molte delle sue opere più famose, tra cui “Notte Stellata” e “Terrazza del Caffè la Sera.”

Nel 1888, invita Paul Gauguin ad unirsi a lui ad Arles, ma la loro convivenza è tumultuosa e culmina con un atto di autolesionismo di Vincent che si recide un orecchio.

Dopo un breve ricovero in ospedale, Van Gogh trascorre un periodo anche in una clinica psichiatrica a Saint-Remy de Provence, dove continua a dipingere, mentre la sua arte comincia ad essere apprezzata e riconosciuta.

Nel maggio del 1890, si trasferisce ad Auvers-sur-Oise, dove viene affidato alle cure del dottor Gachet, ma solitudine ed angoscia continuano a perseguitarlo.

Il 27 luglio 1890, Vincent esce a dipingere e torna ferito: dice di essersi sparato allo stomaco e muore due giorni dopo, il 29 luglio 1890, a soli 37 anni.

La morte di Vincent van Gogh ha dato luogo a molte teorie, tra cui quella secondo cui non si sarebbe suicidato ma che sarebbe stato ferito accidentalmente da un ragazzo locale con cui trascorreva le serate.

Nonostante le speculazioni, la sua vita e la sua opera rimangono un’eredità indelebile nella storia dell’arte, un genio tormentato ma straordinario che ha influenzato generazioni di artisti successivi.

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