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Su Fabbrica della Comunicazione, la rubrica della domenica mattina a cura di Beatrice Silenzi – giornalista e direttore responsabile – con Enrica Perucchietti si chiama L’Altra Domenica.

Un sito americano di informazione indipendente, Consortium News si è visto etichettare come false (sulla base di criteri del tutto arbitrari), ben sei notizie fortemente critiche nei confronti della politica statunitense.

NewsGuard, che dovrebbe essere uno strumento super partes per aiutare gli utenti a riconoscere le fake news sul web, è invece finanziato direttamente dal governo americano.

Gli articoli censurati di Consortium News riguardano il colpo di Stato che Washington avrebbe organizzato, nel 2014, le politiche del governo ucraino contro le minoranze russofone, la NATO in Ucraina infestata di neonazisti, il bombardamento di Douma come false flag e il Russiagate bufala.

Conseguenza? Contenuti inattendibili.

L’attività NewsGuard si esplica nel contrassegnare con un bollino verde o rosso le notizie online in base al loro grado di affidabilità.

Attività che però non è imparziale, perché NewsGuard è una società privata che vede tra i propri fondatori il colosso francese della pubblicità e del marketing Publici Groupe.

A costituire il filtro per discernere le notizie da bollino verde da quelle da bollino rosso sono il Pentagono e la Casa Bianca.

Fondata dall’imprenditore dei media e giornalista premiato Steven Brill e dall’ex editore del Wall Street Journal Gordon Crovitz, NewsGuard fornisce strumenti trasparenti per contrastare la disinformazione per lettori, marchi e democrazie.

Dalla sua fondazione nel 2018, il suo staff globale di giornalisti formati e specialisti dell’informazione ha raccolto, aggiornato e distribuito oltre 6,9 milioni di dati su più di 35.000 fonti di notizie e informazioni, e ha catalogato e tracciato tutte le principali false narrative che si diffondevano online.

Contrastare la “disinformazione” implica una definizione condivisa di cosa la disinformazione sia, cosa che ovviamente non è possibile.

Dice Virginia Padovese, Managing Editor & Vice President Partnerships, Europe, Australia and New Zealand at NewsGuard Technologies “Non siamo mai stati in alcun modo favorevoli alla censura. Crediamo fortemente nell’importanza di fornire agli utenti informazioni di contesto sulle fonti che utilizzano per informarsi.

È proprio questa la funzione della nostra estensione del browser: non bloccare contenuti, ma offrire più informazioni ai lettori sui siti che forniscono loro le notizie (chi c’è dietro? Chi li finanzia? Come si comportano rispetto a pratiche giornalistiche fondamentali come la correzione degli errori, la distinzione tra notizie e opinioni, e così via?).

Riteniamo anche importante dare modo ai lettori di leggere le repliche dei siti alle nostre valutazioni, in modo da consentire loro di formarsi un’idea indipendente in totale trasparenza.

Proprio per questo, quando analizziamo un sito e riscontriamo delle criticità, ci mettiamo in contatto con il sito stesso per chiedere un commento in proposito e, quando lo riceviamo, lo inseriamo nella scheda”.

Mentre si ammanta di una falsa retorica di pluralismo e libertà di espressione, dunque, l’Occidente utilizza strumenti subdoli per censurare le voci dissonanti e in contrasto con il mainstream.

Per approfondire l’argomento sul DSA

D.S.A. L’Europa Sfida le Big Tech

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